Entro l’estate la Kopenhagen Fur (la principale Casa d’Aste in cui annualmente sono commercializzate milioni di pellicce grezze), dovrà ridimensionare il proprio organico (come annunciato dal Copenhagen Post).
Una “notizia” prevedibile: grazie alla presa di coscienza dei consumatori rispetto alla sofferenza degli animali sfruttati per la produzione di pellicce, e la conseguente risposta dei produttori finali, il mercato della pellicceria sta subendo una significativa contrazione con importanti crolli delle vendite in tutti i canali distributivi (negozi moda, pelliccerie, grande distribuzione, ed e-commerce).
Un trend negativo confermato anche dall’Associazione Italiana Pellicceria, che annualmente pubblica dati sull’andamento della produzione e del consumo e che vede diminuire il consumo retail (in Italia) da 1,6miliardi di euro del 2006 a poco più di 800milioni di euro del 2018.
Negli ultimi 12 anni, le vendite al dettaglio sono quindi diminuite del 50%.
Anche i prezzi delle pellicce grezze (di visone, ma non solo) continuano a perdere valore.
Kopenhagen Fur ha registrato il crollo del prezzo medio (visone) dai 76,90 euro della stagione 2012-13, ai 27,62 euro della stagione 2017-18.
Numerose aziende moda globali hanno già rinunciato all’uso di pellicce animali, alcune delle quali hanno annunciato il passaggio al fur-free anche grazie al confronto costruttivo che LAV ha saputo gestire in questi anni, diventando lo stakeholder di riferimento per le principali aziende moda:
E presto, grazie al nostro impegno costante, la lista sarà aggiornata con altre “etichette” eccellenti.
Le altre aziende che hanno annunciato il passaggio al fur-free:
(foto Jo-Anne McArthur Photography)