Durante l’emergenza Coronavirus in Italia, numerosi provvedimenti restrittivi, a livello nazionale e locale, hanno interessato ogni ambito della vita quotidiana, incidendo sensibilmente anche su molti servizi essenziali. Eppure, qualcosa di positivo - se di positivo si può parlare nell’ambito di questa gravissima crisi - può essere rilevato per la protezione degli animali familiari.
È quanto emerge dalla lettura sistematica dei vari provvedimenti nazionali, Decreti e Ordinanze ministeriali e regionali, svolta dall’Avv. Carla Campanaro, responsabile del nostro ufficio legale e confluita in QUESTA nota giuridica di approfondimento: gli animali d’affezione sono soggetti le cui necessità di vita e salute vengono riconosciute degne di tutela in quanto analoghe a quelle relative alla salute umana, anche nel corso di una grave crisi sociale e sanitaria.
La buona notizia, quindi, è che durante e nonostante lo stato di emergenza, lo status degli animali d’affezione si conferma quello di soggetti da proteggere e rispettare, anche perché parte della famiglia.
La loro vita e la loro salute sono beni giuridicamente rilevanti e di interesse della collettività, che permettono di derogare persino alle misure restrittive imposte dai vari DPCM, in virtù del sentimento per gli animali e delle norme amministrative e penali che negli anni si sono evolute in questo senso, anche grazie all'azione di associazioni come LAV.