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Piaga Covid-19: in Spagna confermato focolaio in allevamento visoni

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 15 luglio 2020

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2 mesi fa in Spagna (Tereul, Aragona) 7 lavoratori su 14 di un maxi-allevamento di visoni sono risultati malati di Covid19. 
L’indagine epidemiologica condotta sembrava dimostrare che il “paziente zero” fosse un esterno all’allevamento e che quindi non ci fosse alcun collegamento con i visoni e con quanto stava capitando in Olanda.

Inoltre i campioni biologici prelevati ai visoni nel mese di maggio avevano dato esiti negativi. 

Un risultato quasi scontato: il ciclo di allevamento dei visoni inizia con le nascite dei cuccioli nel mese di maggio; i cuccioli, come tutti i mammiferi, beneficiano degli anticorpi materni e, probabilmente, è accaduto che la carica virale fosse bassa e dunque gli animali asintomatici.

Il 22 giugno, nell’ambito del monitoraggio cui è stato sottoposto l’allevamento, sono però state trovate 5 positività su 30 animali testati.
Il 7 luglio su un campione più ampio, 90 animali, sono risultati positivi 78 (l’87% degli animali). 
Da qui la decisione delle autorità sanitarie aragonesi di procedere con urgenza all’abbattimento dei 92.700 visoni attualmente presenti in allevamento.

Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna “ospitano” gli ultimi allevamenti “di pellicce” italiani e che, con circa 150.000 visoni, rappresentano veri e propri potenziali serbatoi del virus SARS-CoV-2.

Ancora una volta ci appelliamo al Governo e al Parlamento con la richiesta di approvare le nostre proposte normative, a sostegno delle quali sono già state consegnate al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa oltre 50.000 firme  e presentate al premier Giuseppe Conte in occasione dell’incontro avvenuto lo scorso giugno agli Stati Generali dell’Economia con la presentazione del nostro Manifesto #NONCOMEPRIMA.