Home | Notizie | Covid-19: no sciacallaggio sui vincoli alla ricerca

Covid-19: no sciacallaggio sui vincoli alla ricerca

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

giovedì 02 aprile 2020

Condividi

"Non si deve fare sciacallaggio in tema di ricerca, tanto meno in un momento delicato come quello che stiamo vivendo a causa dell’emergenza Coronavirus". Con questa dichiarazione resa all’Adnkronos, Gianluca Felicetti, presidente LAV ha risposto alle scriteriate accuse lanciate a mezzo stampa, in un articolo del Quotidiano Nazionale dal titolo “Gli animalisti bloccano la ricerca”, dove agli attacchi del dott. Grignaschi e di Silvio Garattini sui vincoli alla sperimentazione, ci auguriamo possa essere offerto alla LAV un diritto di replica considerando che da 43 anni LAV si occupa di ricerca senza uso di animali.

"Si mira alla proroga 'sine die' delle sperimentazioni sugli animali di alcol, droghe e tabacco, la cui scadenza è stata fissata dal Decreto Milleproroghe nel dicembre 2020. E si sa che le restrizioni normative in vigore in Italia non impattano con la ricerca sul Covid-19, sperimentata vista l'emergenza, anche direttamente sull'uomo", ha dichiarato Gianluca Felicetti.

LAV contesta anche le affermazioni sulla presunta fuga di cervelli italiani all'estero a causa dei limiti di legge sulle sperimentazioni sugli animali: "Ribaltiamo l'accusa. In Italia non c'è libertà di ricerca per chi vorrebbe utilizzare tecnologie alternative nello studio di farmaci e vaccini. I ricercatori sono costretti comunque per legge nella fase finale preclinica a sperimentare sugli animali prima di poter passare all'uomo. Per questo fuggono all'estero".

"Questa pandemia è stata causata da un uso improprio di animali, da noi sempre condannato: una mercificazione della vita animale che non è senza conseguenze nè per loro nè per i consumatori. Anche l'Oie (World organization for animal heath - ndr) afferma 'le prove attuali confermano che il virus proviene da una fonte animale'. Se fossimo stati ascoltati, se non ci fosse stato mercato e consumo di animali, non ci sarebbe stato il coronavirus. Occorre costruire solide politiche di prevenzione, non cercare falsi alibi in tema di ricerca”, conclude Felicetti.