Con sentenza depositata il 17 gennaio la Corte Costituzionale ha definitivamente chiarito che le Regioni possono ridurre il numero di specie cacciabili previsto dalla legge nazionale, riconoscendo così piena legittimità alla decisione della Regione Piemonte di rimuovere dal calendario venatorio ben sedici specie di animali selvatici. La Corte Costituzionale ha anche affermato che limitare il numero di specie cacciabili non diminuisce affatto il livello minimo di tutela imposto dalle norme nazionali.
Alla caccia, quindi, non deve essere riconosciuto alcun valore positivo dal punto di vista della tutela dell’ambiente e degli animali selvatici, con buona pace di coloro che ancora credono alla favola del “cacciatore ambientalista”.
Come LAV, assieme ad altre associazioni, ci eravamo costituiti nel giudizio alla Corte Costituzionale, sostenendo la decisione della Regione Piemonte attaccata dalle associazioni di cacciatori sostenute dal TAR Piemonte.Quella appena ottenuta si configura quindi come una nuova sentenza epocale che chiarisce anche dal punto di vista giuridico quello che sosteniamo da sempre: la caccia porta solo morte e sofferenza senza alcuna utilità e per questo motivo deve essere vietata!