A causa dell’emergenza sanitaria abbiamo limiti a attività e spostamenti, ma questo non vale per le corse clandestine di cavalli. È successo ancora, questa volta in contrada San Marco a Paternò, nel Catanese. La gara illegale, svolta il 10 gennaio scorso, è stata ripresa con foto e video, e i Carabinieri della Compagnia di Paternò e del Centro anticrimine natura di Catania, grazie anche al monitoraggio dei social network, sono riusciti a individuare con esattezza uno degli organizzatori della gara e il fantino del cavallo vincitore.
Si tratta di un 59enne e suo nipote 27enne per i quali è scattata l’accusa di interruzione di pubblico servizio e maltrattamenti di animali. Lo zio è il proprietario del cavallo e il nipote il fantino vincitore della gara clandestina.
Nel corso della perquisizione nelle stalle di proprietà del 59enne sono stati trovati 5 cavalli, 4 metri cubi di mangime destinato all’alimentazione degli animali privo della prevista tracciabilità, e diversi farmaci veterinari, di cui alcuni anche di importazione estera, sprovvisti della necessaria prescrizione medica e dell'autorizzazione all’importazione. Questi farmaci, somministrati al cavallo vincitore, erano della tipologia ATP (Adenosina trifosfato), che serviva, secondo gli inquirenti, a migliorare le prestazioni agonistiche del cavallo.
I carabinieri hanno sequestrato l’area e cinque cavalli, ed hanno elevato sanzioni amministrative per oltre 22.000 euro. Sette spettatori della gara illegale sono stati individuati e sanzionati per il mancato rispetto del divieto di assembramento, in violazione delle misure di contenimento del Covid-19. In realtà, riteniamo che vi possano essere anche gli estremi per una denuncia per concorso morale nella realizzazione del reato.
Sono anni che chiediamo l’inasprimento delle pene, come l’approvazione di una sanzione penale, sotto forma di delitto, per chi partecipa a qualsiasi titolo, anche in qualità di spettatore, alle corse clandestine; il divieto di circolazione di veicoli a trazione animale e quello di possedere cavalli, scuderie o attività inerenti l’ippica per i pregiudicati per reati a danno di animali, scommesse clandestine, gioco d’azzardo, associazione per delinquere e reati di mafia, anche attraverso l’adozione di misure di polizia, personali e reali. Ma finora il contrasto alla mafia dei cavalli sembra non suscitare particolare interesse nel legislatore.
Ciro Troiano,
criminologo, responsabile Osservatorio Nazionale Zoomafia LAV