Nessun cambiamento per la mobilita' necessaria all'assistenza agli animali e per il rifornimento di cibo per loro. Continuano a essere consentite le dovute uscite di casa per i bisogni fisiologici del cane nel nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri annunciato ieri sera, pubblicato in Gazzetta Ufficiale e valido fino a mercoledì 25 marzo compreso.
Lo comunichiamo a tutti i cittadini che si occupano di uno piu' animali, per i quali abbiamo inoltre attivato un front desk (emergenza@lav.it - 06.4461325, numero con 5 linee attive) a cui rivolgere domande (leggi le nostre FAQ) sulle ripercussioni dei provvedimenti per contrastare il Coronavirus e il necessario accudimento degli animali, obbligo morale e giuridico anche in situazioni estreme come questa che sta vivendo l'Italia.
In particolare, il nuovo DPCM, fra le attivita' di commercio "di generi alimentari e di prima necessita'" al dettaglio consentite ed elencate all'Allegato 1 del Decreto, esplicita anche il "Commercio al dettaglio di piccoli animali domestici" che nell'elenco di tutte le categorie merceologiche nazionali si riferisce ad "Animali domestici-Alimenti ed articoli, commercio al dettaglio" e quindi ai negozi di cibo per animali o con cibo per animali domestici. Quindi oltre ai negozi di alimentari e ai supermercati, così come ferramenta in zone agricole, che dispongono di cibo per animali di varie specie, sono aperti/devono essere aperti anche quelli specializzati, presso i quali si trovano anche linee di alimentazione necessarie ad animali che soffrono di specifiche patologie. Ovviamente, per recarsi presso questi negozi, e' necessaria l'autodichiarazione da compilare, per la quale abbiamo approntato un fac simile sullo stato di necessita' per animali, regola che e' valida per qualsiasi tipo di spostamento necessario, e sempre con assunzione di responsabilita' della persona.
Aperte anche le farmacie e le parafarmacie dove si possono trovare prodotti per animali. Gli ambulatori veterinari dei liberi professionisti possono essere aperti (la decisione e' in capo al singolo titolare), mentre devono continuare ad essere esercitati i servizi veterinari pubblici, con le specifiche di cui alla Circolare del Ministero della Salute del 2 marzo scorso.
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