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La Corea del Sud vieta la carne di cane: fino a tre anni di reclusione per chi alleva

La Legge approvata in Corea potrebbe essere un segnale per altri paesi dell’Estremo Oriente in cui la carne di cane (e anche di gatto) viene ancora consumata.

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mercoledì 10 gennaio 2024

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Animali negli allevamenti

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Risultato di battaglie animaliste durate anni

Un grande e vitale cambiamento, finalmente, per i cani allevati e uccisi in Corea del Sud a scopo alimentare.

Il Parlamento ha approvato all’unanimità una legge che vieta il commercio di carne di cane. Il provvedimento entrerà in vigore tra sei mesi con tre anni come periodo di transizione.

La nuova normativa prevede la reclusione fino a due anni e multe elevate per chi alleva o vende i cani destinati alla tavola e fino a tre anni o una cospicua sanzione pecuniaria per l’uccisione degli stessi. Gli operatori del settore riceveranno aiuti e risarcimenti nel corso del periodo di transizione. Milioni di cani detenuti e sacrificati, che ora non entreranno più nel circuito di morte.

Risultato di battaglie animaliste durate anni, la legge approvata in Corea potrebbe essere un segnale per altri paesi dell’Estremo Oriente in cui la carne di cane (e anche di gatto) viene ancora consumata. Parliamo di Cina, Vietnam e Indonesia, di implicazioni criminali, di allevamenti e di rapimenti di randagi.

Il nefasto Festival cinese di Yulin è un esempio di manifestazione di recente creazione (2010) dedicata alla carne di cane. I numeri? Si stima che nella sola Cina, 10 milioni di cani e 4 milioni di gatti siano uccisi ogni anno per ricavarne carne (Dati animalasia.org).

Il cammino da fare è ancora lungo, per salvare tutti i cani dal destino atroce loro riservato dall’uomo, anche in risposta a elementi culturali e tradizionali che ci affrettiamo a stigmatizzare come ‘barbari’.
Ma barbari siamo allora anche noi italiani che mangiamo animali considerati tabù per la tavola di altri Paesi, come i conigli per gli anglosassoni, o i cavalli.

L’Italia è una grande consumatrice di carne equina - secondo i dati Istat, solo da luglio 2021 a febbraio 2022 sono stati uccisi 14.096 equini per finire nei piatti. In parte si tratta di cavalli importati dall'Est Europa, i restanti, provengono da allevamenti per la filiera alimentare o scarti dell’industria ippica/equestre. Sosteniamo da anni la necessità di una legge che ne vieti la macellazione.

E i miliardi di bovini, suini, ovini e polli e altri allevati, trasportati e uccisi come parte di un sistema alimentare che prevede le feroci fabbriche di animali? Noi lotteremo sempre per salvare tutti gli animali anche dal sistema alimentare

Gioia, intanto per la decisione coreana, è come se in Italia fosse stata vietata la macellazione degli agnelli.