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Controlli NAS: 10 strutture veterinarie chiuse, 178 sanzionate, 49 persone deferite all'Autorita' giudiziaria

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Ultimo aggiornamento

domenica 03 aprile 2022

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10 strutture veterinarie chiuse poiché operavano in assenza autorizzativa e in condizioni igieniche e strutturali incompatibili con l’esercizio della cura e del benessere degli animali, 178 sanzionate pari al 26% di quelle ispezionate, 49 titolari e operatori deferiti all’Autorità giudiziaria, nonché ulteriori 141 sanzionati per violazioni amministrative per un ammontare di 145 mila euro.

E' il preoccupante bilancio dell’operazione dei NAS che nei giorni scorsi hanno complessivamente controllato 682 tra ospedali, cliniche e ambulatori veterinari in tutta Italia a fronte delle 8.600 autorizzate in tutto il Paese.

Le violazioni contestate sono state 220, 116 delle quali riconducibili a irregolarità nella gestione e detenzione dei farmaci destinati all’impiego sugli animali, poiché risultati scaduti o non correttamente registrati, ulteriori 62 sanzioni sono state contestate per inadempienze procedurali, organizzative e dei livelli minimi di igiene, nonché per la mancata attuazione delle misure di contenimento del COVID-19. Nel corso delle attività i Carabinieri NAS hanno eseguito il sequestro complessivo di oltre 800 confezioni di farmaci veterinari e dispositivi medici risultati irregolari e con data di scadenza superata, detenuti in promiscuità con altri medicinali ancora validi, con evidente possibilità di somministrazione di sostanze pericolose per l’animale o comunque privi di efficacia.

Il bilancio del programma di verifiche predisposto dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, d’intesa con il Ministero della Salute per garantire prestazioni sanitarie veterinarie dignitose e coerenti con le esigenze di salute e benessere a favore dei particolari “destinatari” delle cure che, soprattutto a seguito della pandemia da Covid-19, hanno aumentato la loro presenza nelle famiglie, diventandone elemento integrante è allarmante anche in virtù del fatto che le strutture ispezionate sono meno del 10% di quelle presenti in Italia.

Chiediamo agli Ordini provinciali dei Medici veterinari dei professionisti coinvolti di aprire procedimenti disciplinari e alla FNOVI di seguire la vicenda che non fa certo onore alla professione veterinaria.