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Pavia: oggi si discute la costruzione di un allevamento con 60.000 galline ovaiole

Siamo presenti come uditori a supporto di cittadini e amministratori locali contro il progetto mostro.

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Ultimo aggiornamento

giovedì 16 maggio 2024

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Eppure i disastri causati dagli allevamenti sono visibili a tutti

Si tiene oggi, presso il Palazzo della Provincia di Pavia, la Conferenza di Servizi relativa al progetto di un allevamento avicolo per la nuova installazione di galline ovaiole in voliera , con più di 60.000 posti, da realizzarsi nel Comune di Casei Gerola (PV).

Entreremo come uditori alla Conferenza di Servizi e siamo presenti, al fianco dei Comuni contrari, delle cittadine e dei cittadini, per ribadire ancora una volta quanto gli impatti degli allevamenti siano deleteri su animali, salute, ambiente ed economia.

La costruzione di nuovi allevamenti, sempre più grandi o l'ampliamento di strutture già esistenti, va nella direzione totalmente e scelleratamente opposta, costantemente denunciata per le gravissime ripercussioni di questo modello, rispetto a quella auspicata anche dall'approccio One Health, secondo cui c'è convergenza e connessione fra la salute di uomini, animali e pianeta, e coerentemente al pacchetto europeo di misure per un'Europa più verde, il Green Deal.

A Casei Gerola l'amministrazione locale non sembra invece cogliere l'occasione di rilancio del proprio territorio attraverso il contrasto deciso alla costruzione del nuovo maxi-allevamento, che non porterebbe certo alcun vantaggio o indotto al territorio, ma arricchirebbe pochi a discapito di molti. Le attività produttive zootecniche, infatti, notoriamente impiegano numeri esigui di operatori, con effetti nulli sull'occupazione locale, ma con pesanti ricadute sul territorio.

Il comune di Casei Gerola, nella pianura dell'Oltrepò Pavese, a soli 2 km dall'Oasi naturalistica Le Folaghe, è un territorio di origine alluvionale, estremamente delicato.

La costruzione di nuovi allevamenti, o ampliamenti dei preesistenti, è una scelta estremamente pericolosa per la salute pubblica, soprattutto quando a ridosso di un corso d'acqua, come dimostrato anche dall'alluvione dell'Emilia-Romagna del 2023. Là si è visto in tutta la sua gravità come gli allevamenti non garantiscono piani di evacuazione e/o di messa in sicurezza degli animali in caso di emergenza, né misure di contenimento dei rischi igienico sanitari che potrebbero verificarsi in caso di distruzione delle strutture con lo sversamento di reflui e liquami che vanno ad inquinare il territorio. Liquami che anche aldilà delle situazioni di emergenza gli allevamenti producono costantemente ed in maniera ingente.

Altra grave minaccia è collegata all'influenza aviaria, che sempre più prepotentemente colpisce allevamenti avicoli in tutta Europa, Italia inclusa, ponendo un gravissimo rischio pandemico da spillover.

Per fortuna ancora non tutto è perduto. Sono molti i comuni limitrofi che non vogliono convivere con questo nuovo mostro e faranno sentire la propria voce, nella Conferenza dei Servizi di oggi e anche in seguito.

Gli amministratori contrari sono sul piede di guerra contro qualcosa che non porterà benessere ma solo disastro sui propri territori. Anche la cittadinanza ha formato il Comitato “Per la salute della bassa Valle Scrivia – Stop allevamenti” per difendere i propri diritti e quelli degli animali, con il supporto della sede LAV Oltrepò pavese.

I quattro capannoni che il progetto prevede per l' allevamento di Casei Gerola, peraltro a poche centinaia di metri dalle prime case, non avrebbero solo un impatto ambientale per le deiezioni ed emissioni di ammoniaca, ma anche gravi conseguenze sulle condizioni degli animali coinvolti.

Lo stop a nuove aperture o riaperture di stabilimenti zootecnici deve essere considerata una misura di politica locale essenziale nelle mani delle amministrazioni per la salvaguardia e lo sviluppo delle comunità.

Insistiamo perché il nuovo allevamento non venga costruito e auspichiamo che il comune di Casei Gerola cambi idea e non supporti un progetto tanto devastante per il proprio territorio e che mercifica, una volta in più, la vita di esseri senzienti.

In un territorio già densamente zootecnico come quello pavese, dove i disastri della zootecnia sono visibili a tutti, inclusa anche l'esplosione della PSA in allevamenti di maiali lo scorso anno con conseguenze deleterie per decine di migliaia di animali, inclusi quelli che erano stati salvati dallo sfruttamento, la lotta contro questa apertura è fortemente simbolica delle lotte contro nuove aperture in tutta Italia, per cui LAV rimane in prima linea.