LAV è contraria a qualunque attività che promuova l’uso delle armi. Chiediamo di bloccare i fondi destinati a questo progetto.
La Federazione Italiana Tiro a Volo (FITAV) avvia il Progetto C.A.R.E., volto ad avvicinare gli studenti degli Istituti Scolastici di Primo e Secondo Grado allo Sport del Tiro al Volo, attivando anche i Campionati Italiani Studenteschi. Il tutto grazie ai fondi forniti da “Sport e Salute”, un’azienda di proprietà statale, il cui azionista unico è il Ministero dell'Economia e delle Finanze, destinata a promuovere sport e corretti stili di vita.
Un contributo statale, quindi, sta finanziando l’uso delle armi nelle scuole.
Come si legge sul sito della FITAV “il progetto prevede lezioni in classe e pratica negli impianti di Tiro a Volo con Tecnici specializzati nella formazione dei ragazzi alle prime armi” e interessa otto regioni italiane.
LAV si dichiara assolutamente contraria a qualunque attività che promuova l’uso delle armi, tanto più quando quest’uso coinvolge alunni e alunne.
La FITAV è strettamente legata al mondo della caccia e purtroppo già sviluppa attività scolastiche di questo tipo, ma riteniamo particolarmente grave che tali attività siano messe in atto con il contributo dello Stato. La scuola italiana, in base alla Legge 92 del 2019 sull’educazione civica, dovrebbe portare avanti azioni volte “ad alimentare e rafforzare il rispetto nei confronti delle persone, degli animali e della natura” (art. 3 comma 2) e non ci sembra che l’iniziativa FITAV vada in questa direzione. Chiediamo pertanto al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, di bloccare il finanziamento alla FITAV e di impegnare Sport e Salute a impedire in futuro qualunque utilizzo dei propri fondi a scopo di promozione dell’uso delle armi.
In soli cinque mesi di questa ultima stagione venatoria sono stati 19 i morti e 60 i feriti per armi da caccia, in base ai dati dell’Associazione Vittime della caccia. Una macabra statistica in linea con quanto emerso nella scorsa stagione, quando le vittime umane furono ben 90 suddivise fra 24 morti e 66 feriti. Numeri inaccettabili.
Ci auguriamo che la caccia e le attività connesse, come il tiro a volo, siano presto superate da una maggiore maturità collettiva, ma nel frattempo è fondamentale, anche a tutela di tutta la cittadinanza, che sia portata avanti ogni azione preventiva alla diffusione delle armi, a partire proprio dal mondo scolastico.