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Consiglio di Stato ferma Lombardia che in emergenza Covid vuole riaprire caccia volpi

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Ultimo aggiornamento

lunedì 30 marzo 2020

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Con Decreto presidenziale n. RG 2197/2020, pubblicato il 27 marzo, la terza Sezione del Consiglio di Stato, Presidente Franco Frattini, ha respinto il ricorso della Regione Lombardia e dichiarato la piena validità dell’ordinanza emessa il 10 gennaio scorso, dal TAR Lombardia, al quale si erano rivolte ENPA, LAC e LAV, e che aveva sospeso alcune parti del piano che prevedeva l’uccisione delle volpi sul territorio della provincia di Lodi. 

Anche il Consiglio di Stato oltre al TAR Lombardia, ha quindi riconosciuto le ragioni sollevate dalle associazioni animaliste, a dimostrazione dell’illegittimità del piano provinciale di abbattimento, giudicando addirittura “risibile” l’interpretazione dell’avvocatura regionale che voleva giustificare lo sparo dagli autoveicoli di notte alla “volpe paralizzata dalla luce dei fari di un’auto, che serve proprio per abbagliare l’animale così da ucciderlo aprendo o meno lo sportello dell’auto, e con l’ulteriore gravissimo pericolo di esplodere colpi di arma da fuoco su strade percorribili da auto anche di notte”. 

Anche in questo momento, segnato da una gravissima emergenza sanitaria che vede la Regione Lombardia come la più martoriata del nostro Paese, i suoi amministratori hanno trovato tempo e risorse economiche da spendere per tutelare la sanguinaria passione dei cacciatori, venendo poi sonoramente tacitati. 

Resta quindi pienamente vigente l’ordinanza del TAR Lombardia, che aveva vietato la partecipazione dei cacciatori ai piani di controllo, salvando così la vita a centinaia di animali. Tra i benefici conseguenti il divieto di caccia alla volpe, non bisogna dimenticare che ora i cacciatori sono costretti a restarsene a casa – anche se la Regione Lombardia era di avviso diverso - eliminando il rischio di trasformarsi in possibili vettori del Coronavirus. 

Il prossimo 7 maggio si terrà l’udienza collegiale presso il Consiglio di Stato, nel corso della quale auspichiamo venga confermato il parere espresso con il Decreto presidenziale pubblicato il 27 marzo e quindi la piena legittimità della sospensione del piano imposta dal TAR Lombardia.