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Congresso nazionale primatologi: LAV in prima linea per dire no alla vivisezione

Abbiamo sottolineato l'invasività degli studi e le intollerabili condizioni di vita degli animali.

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martedì 24 settembre 2024

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La sperimentazione su primati è vietata, ma è in aumento

Si è svolto, dal 18 al 20 settembre, il congresso nazionale dell’ API, l’associazione italiana che riunisce i più importanti primatologi nazionali.

Nel corso dell'incontro sono stati toccati argomenti importanti come i nuovi studi cognitivi, il comportamento sociale, la bioacustica, l’ecologia e, infine, il benessere e gestione di queste specie.

Proprio in questo contesto, è stato presentato il poster scientifico che porta la firma di LAV, in collaborazione con l’università di Girona in Spagna e con l’ateneo bolognese. Si tratta di un poster relativo al percorso di riabilitazione dei primati ospitati al centro di recupero di Semproniano salvati dai laboratori di vivisezione: un lavoro significativo che ha dimostrato scientificamente l’importanza degli arricchimenti e l’incompatibilità delle condizioni di vita dei laboratori con il benessere delle scimmie. 

Durante lo svolgimento del convegno si è tenuta inoltre una tavola rotonda specifica sull’uso dei primati per fini sperimentali, un tema che deve assolutamente esser presente e che finalmente è stato trattato con un  pubblico che per troppo tempo non ha preso posizione in merito.

Sono intervenuti, oltre a noi di LAV, giuristi, docenti universitari e ricercatori, alcuni a sostegno del modello animale altri contrari. Fortunatamente è stato dato ampio spazio al dibattito e ciò ci ci ha permesso di evidenziare come l’uso dei primati,  in teoria vietato, sia in realtà in aumento negli ultimi anni in Italia.

Abbiamo potuto sottolineare anche l’invasività degli studi in cui sono coinvolti  (basta ricordare le investigazioni al cervello dei macachi di Parma) e le intollerabili condizioni di vita dei primati prima, durante e dopo gli esperimenti, nonché il commercio e il trasporto di queste specie. 

Ci auguriamo che il Convegno sia stato solo la prima occasione di confronto e che un numero sempre più elevato di primatologi prenda coscienza del grave fenomeno della sperimentazione che coinvolge centinaia di macachi ogni anno e ci supporti nelle nostre istanze, rispondendo oltretutto pienamente alla legge che tutela, in modo particolare, proprio le specie in questione.