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Udine: confermata condanna cacciatore per bracconaggio e maltrattamento di animali

Ancora una volta confermata la diretta relazione caccia-bracconaggio. 

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 08 novembre 2023

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Uccellagione, una pratica crudelissima

Aveva maltrattato e ucciso degli uccelli lasciandoli morire di freddo e di stenti, impigliati nelle reti per l’uccellagione da lui installate in piena violazione delle norme nazionali ed europee.

Per questi motivi, oltre che per essere stato trovato in possesso di cartucce non denunciate e di fauna protetta, nonché per avere esercitato l’uccellagione utilizzando le reti a tramaglio, a febbraio 2022 un cacciatore della provincia di Udine era stato condannato a otto mesi di reclusione, al risarcimento del danno patito dalla parte civile e alla refusione delle spese legali.  

La cattura degli uccelli con le reti, comunemente definita uccellagione, è una pratica crudelissima, vietata fin dal 1977 in tutta l’Unione Europea dalla Direttiva Uccelli, che comporta la cattura di piccoli uccelli mediante reti praticamente invisibili. Gli uccelli restano quindi impigliati per ore e giorni, fino a morire di freddo e stenti come nel caso del cacciatore di Lestizza (UD), la cui condanna è stata confermata ieri anche in secondo grado. 

La Corte d’appello di Trieste ha infatti confermato in toto la sentenza di primo grado condannando il cacciatore a otto mesi di reclusione, al risarcimento del danno nei confronti della LAV e al rimborso delle spese legali sostenute dall’associazione oltre al pagamento delle spese processuali. 

La conferma di questa condanna per atti di bracconaggio a carico di un cacciatore dotato di regolare licenza di caccia dimostra ancora una volta la continuità che lega il mondo della caccia con quello del bracconaggio. Massimo Vitturi,  responsabile Animali Selvatici

La condanna del cacciatore di Lestizza è una prova concreta delle menzogne raccontate dal mondo venatorio, una fra tutte quella secondo la quale i cacciatori sarebbero cittadini di serie A perché dotati di licenza di caccia che presuppone una fedina penale intonsa. Ma anche il fatto che sarebbero gli stessi cacciatori i primi nemici dei bracconieri.

La realtà che invece emerge, ancora una volta, è che la vera soluzione per sconfiggere il bracconaggio consiste nel vietare definitivamente la caccia, salvando la vita a milioni di animali ogni anno, crudelmente uccisi per divertimento di cacciatori e bracconieri.