Con il pretesto dei danni provocati all’agricoltura e dei rischi per la circolazione stradale, la Conferenza delle Regioni vuole demolire i pochi limiti ancora imposti alla strabordante e pericolosa invadenza dei cacciatori nei nostri territori.
Con un documento presentato in Commissione Agricoltura della Camera dagli Assessori regionali all’agricoltura di Veneto, Piemonte, Lazio e Campania, viene richiesto che le attività di controllo di tutta la fauna selvatica siano esercitate dai cacciatori che abbiano seguito un corso regionale di qualche ora di formazione.
Mentre per i cinghiali si chiede che i piani di controllo non siano più assoggettati né al parere ISPRA, né alla procedura di Vinca nelle aree a tutela Natura 2000, consentendo la braccata su tutto il territorio nazionale, aprendo così le aree protette e i parchi a una attività devastante non solo per i cinghiali, ma anche per tutte le altre specie animali che vivono nell’ambiente.
La braccata viene anche inserita fra le forme di caccia che possono essere attuate lungo tutto il corso dell’anno, anche di notte utilizzando i visori, anche nelle zone protette e addirittura in quelle percorse dal fuoco, come se le disastrose conseguenze degli incendi non avessero già abbastanza compromesso quei territori.
“Durante la nostra audizione nella stessa Commissione, abbiamo presentato un documento con il quale chiediamo con forza il finanziamento della ricerca per sviluppare la contraccezione come mezzo per il controllo non cruento degli animali selvatici – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV Animali Selvatici – ma ora la nostra battaglia si concentrerà anche sul contrasto a tutte le proposte presentate dalle Regioni, per non consegnare animali, ambiente, aree protette al passatempo sanguinario dei cacciatori”