Il Tribunale di Udine ha condannato tre persone a sei mesi di reclusione, per il reato di maltrattamento di animali, e a quattro mesi di arresto per la detenzione di fauna selvatica protetta, oltre alla condanna al risarcimento del danno da quantificarsi in sede civile e delle spese legali.
I tre erano stati intercettati a giugno 2018 dalla polizia di frontiera di Tarvisio (Udine) diretti nel nostro Paese con 458 pulcini di uccelli normalmente utilizzati come richiami dai cacciatori, di cui 133 morti, occultati nella loro vettura.
Il traffico illecito di uccelli, utilizzati come richiami vivi dai cacciatori, è una piaga sostenuta da fortissimi interessi economici se si pensa che ogni uccello trafugato dal nido e venduto ai cacciatori può valere anche 300€, la trasferta dei trafficanti intercettati in Friuli avrebbe potuto fruttare anche più di 100.000€!”
Nel nostro Paese è ancora possibile utilizzare richiami vivi nella caccia da appostamento, ma gli animali utilizzati allo scopo dovrebbero provenire esclusivamente dagli allevamenti. Catturare i piccoli uccelli nei nidi consente ai criminali di infilare sulle loro zampe gli anelli forniti dalle associazioni ornitologiche, rendendoli così del tutto legali, come se provenissero da un allevamento autorizzato.
I controlli alle frontiere orientali vanno intensificati, perché il grosso di questi traffici sembra venire dall'Europa dell'Est, ma l’unica soluzione per porre fine definitivamente a questo mercato che comporta morte e maltrattamento per migliaia di animali, è rappresentata dal divieto assoluto di utilizzo dei richiami vivi. Il successo che abbiamo ottenuto oggi al Tribunale di Udine darà ancora più forza al nostro impegno per mettere finalmente al bando non solo l’uso dei richiami ma anche tutta la caccia nel suo insieme.