Un “appassionato” di serpenti acquista una coppia di Heterodon Nasicus (noto come serpente dal muso di porco). Dopo qualche giorno si accorge che stanno male e gli esami di laboratorio confermano un’infestazione da Cryptosporidium, parassita monocellulare che per questo tipo di rettile significa morte quasi certa, ma che è anche facilmente trasmissibile ad altre specie animali (ovicaprini, suini, bufalini e bovini) e all’uomo (nel 1993 ci fu un’epidemia a Milwaukee, USA, che coinvolse 403.000 persone, uccidendone più di 100, mentre il primo caso in Italia fu accertato nel 1983).
La preoccupazione del detentore dei due serpenti malati, oltre che evitare che la sua famiglia possa essere contagiata, è anche preservare la salute degli altri suoi serpenti.
E’ a questo punto che ci contattata: ci racconta che l’acquisto è stato fatto in una fiera autorizzata in uno dei numerosi stand presenti, che poi è risultato totalmente sprovvisto di autorizzazione all’allevamento, nonché di alcun titolo che lo autorizzasse alla vendita di qualsivoglia “prodotto”.
Questa storia dimostra come il mercato di animali esotici in Italia sia un mercato totalmente senza controllo.
Più volte abbiamo sostenuto che in Italia esistono dei veri e propri wet market, seppure esteticamente diversi da quelli che siamo ormai abituati a collegare ai Paesi asiatici: luoghi in cui vengono venduti animali vivi, e dove è presente un rischio molto elevato di diffusioni di zoonosi.
Ecco perché dobbiamo assolutamente e in tempi brevi vietare il commercio, l’allevamento e la detenzione di animali selvatici ed esotici per qualsiasi fine questi siano utilizzati.
#NONCOMEPRIMA deve rappresentare un obbiettivo per cittadini e Istituzioni, per difendere l’unico pianeta che abbiamo.