Home | Notizie | CO2, nuovo studio su Nature conferma: mangiando vegan si salva il Pianeta!

CO2, nuovo studio su Nature conferma: mangiando vegan si salva il Pianeta!

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

martedì 15 settembre 2020

Condividi

Un autorevole studio, pubblicato di recente sulla rivista Nature, dimostra che se si riportassero allo status originario i terreni oggi usati per la zootecnia - con la sua enorme impronta ecologica destinata a crescere sensibilmente nei prossimi decenni [1] - si otterrebbero benefici notevoli in termini di contrasto ai cambiamenti climatici e non solo.

 
Si avrebbero infatti:
 
  • meno emissioni,
  • aumentata capacità di assorbimento della CO2,
  • più acqua disponibile,
  • tutela della biodiversità
  • diminuzione dei rischi di zoonosi e di pandemie.

Le scelte alimentari attuali, spiegano i ricercatori, comportano enormi costi ambientali, anche relativi alla maggior quantità di emissioni di CO2 che sarebbero assorbite esistessero ancora, o si ricreassero, gli ecosistemi originari, ricchi di alberi e piante che assorbono anidride carbonica.

Il ripristino degli ecosistemi farebbe la differenza ma come fare?

Gli studiosi della New York University, autori della ricerca in questione, dopo aver analizzato 3 scenari di produzione alimentare globale al 2050, sono giunti ad una conclusione: il passaggio ad un’alimentazione 100% vegetale contribuirebbe con decisione al calo delle emissioni di CO2 [2]. 

Ancora una volta l’orientamento verso le proteine vegetali per motivi di salvaguardia del Pianeta, già suggerito da prestigiosi organismi internazionali, come l’IPCC e il WRI, risulta essere una strategia premiante che avalla la politica di cambiamento alimentare che noi di LAV portiamo avanti da anni.

Agire individualmente a tavola e collettivamente nelle pressioni sui decisori istituzionali è il nostro mantra: non ci stancheremo mai di ripeterlo, tanto più ora che i fatti (e gli studi) ci danno ragione.

Paola Segurini, Area Scelta Veg | Roberto Bennati, Direttore Generale LAV

 

Fai sentire la tua voce, aderisci al manifesto #NONCOMEPRIMA, per agire – anche a tavola – sulle cause della pandemia ed evitarne di future:

FIRMA ORA

[1] Le foreste assorbono naturalmente l’anidride carbonica: grazie a questo fenomeno, per decenni le emissioni di CO2 causate da attività umane non hanno determinato conseguenze in termini di cambiamento climatico. Con l’aumento, tra il 2010 e il 2050, del 70% del consumo globale di carne e latticini e dell’80°% della sola di carne bovina, (dati WRI) e i conseguenti cambio d’uso del suolo e deforestazione, si rende tuttavia urgente correre ai ripari e valorizzare ancora di più il ruolo delle piante nel contrasto di catastrofiche previsioni ambientali.

[2] Continuando con l’alimentazione comune oggi le piante assorbirebbero infatti solo 86 giga tonnellate di C02, con una diminuzione del 70% del  consumo di carne salirebbero a 332 mentre la scelta vegan comporterebbe l’assorbimento di 547 giga tonnellate di CO2, una quantità equivalente a 9-16 anni di emissioni fossili, che fornirebbe il 66% delle probabilità di limitare l’innalzamento della temperatura a 1,5 gradi, come fissato dall’Accordo di Parigi sul clima.