La situazione di emergenza in cui versa il Paese comporta la chiusura di moltissime attività, tra cui quelle degli spettacoli, e in molte zone d’Italia numerosi circhi hanno già iniziato a far leva sul pietismo, chiedendo aiuti per nutrire gli animali che, altrimenti, rischierebbero di morire di fame.
Richieste su giornali locali, ad associazioni caritatevoli e alle istituzioni, addirittura in chat scolastiche, che ripercorrono la stessa strategia di marzo e aprile scorsi: facendo leva su pietismo e compassione di bambini e adulti, di fronte a “poveri animali” che non possono esser nutriti per via del “blocco.
Quello che i circensi non dicono, però, è che, proprio per far fronte ai mancati incassi, a giugno 2020 è stato finanziato per diecimila euro ogni circo richiedente, dal fondo emergenza Covid 19 (5,5 mln). Ogni circo e ogni lavoratore del settore, poi, purché in regola, ha potuto usufruire dei fondi emergenza di marzo, aprile e maggio. Quest’anno, inoltre, l’allocazione erogata agli “spettacoli viaggianti” dal Fondo Unico per lo Spettacolo, è stata di ben 5,5 milioni di euro, garantendo loro somme tra i 40mila e i 200mila euro!
Appelli totalmente fuori luogo, alla luce di queste cifre: i circensi si decidano, se non sono in grado di mantenere gli animali che sfruttano, per i loro tornaconti, 365 giorni l’anno negli spettacoli, nonostante gli aiuti tutt’altro che scarsi ricevuti, smettano di usarli! Altrimenti è solo l’ennesimo, squallido modo, di sfruttarli, facendo leva sulla sensibilità dei cittadini.