Anche quest’anno non potrà essere scritta la parola “fine” per le sofferenze degli animali nei circhi.
Neanche quest’anno verrà scritta la parola “fine” alle sofferenze degli animali costretti a vivere sotto le tende a strisce dei circhi come già deciso da altri cinquanta Paesi in tutto il mondo.
Si allungano infatti ancora purtroppo i tempi per l’emanazione del decreto attuativo del Codice dello Spettacolo, con il principio approvato alcuni anni fa dal Parlamento per il “graduale superamento dell’uso degli animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti”. La scadenza, a inizio 2023, era stata fissata al 18 agosto prossimo, ma il Governo ha chiesto e ora ottenuto in via definitiva dal Parlamento più tempo, per l’esattezza ben 12 mesi.
Non si tratta solo di uno slittamento burocratico. Questa posticipazione ritarda quello che avrebbe potuto essere un cambiamento storico per il nostro Paese e un passo doveroso nei confronti degli animali, con ricadute negative sulla vita dei 2000 animali che ancora ogni giorno sono costretti a esibirsi in Italia, tra maltrattamenti e crudeltà.
Il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha infatti proposto un Disegno di Legge per la proroga del termine per l'esercizio delle deleghe previste dall'articolo 2 della Legge 106/2022, già ottenuta con il Decreto-legge Milleproroghe di fine dicembre 2022, il cosiddetto "Codice dello Spettacolo". Le motivazioni sono da attribuire alle necessità di definire meglio le modifiche ai contratti e alle retribuzioni dei lavoratori dello spettacolo, ma vanno fortemente a impattare anche su quei lavoratori invece “forzati”, ossia gli animali nei circhi.
Oggi il Disegno di Legge è stato approvato in via definitiva dalla Camera dei Deputati, che ha prorogato di un anno l’attuazione della legge. Ancora una volta, per la quarta volta, un Governo rinvia questa legge. Già prima di Sangiuliano (FdI), era stata la volta di Bonisoli (M5S) e poi di Franceschini (Pd).
Esistono motivazioni etiche ben solide per cui gli spettacoli dovrebbero svolgersi solo fra i fili degli acrobati e fra artisti umani retribuiti e consenzienti. E ci sono evidenti ragioni di natura psico-somatica, che riguardano gli animali, che non possono e non devono essere trascurate: fra tutti la frequenza e la natura del trasporto degli animali nel circo, la mancanza di ambienti termoregolati e arricchiti adatti alla specie, specie che in natura non vivrebbero mai vicine costrette alla convivenza, la mancanza o scarsità di cure veterinarie specializzate e di screening dei patogeni e le procedure di mutilazione per rimozione di artigli, denti o ghiandole.
Gli italiani ne sono consapevoli e, come racconta il sondaggio pubblicato da Doxa lo scorso ottobre 2023, da noi commissionato, sono diventati infatti molto sensibili al tema: un netto 76% è completamente contrario all’uso di animali in contesti di spettacoli circensi e simili. Il Governo, quindi, continua a non ascoltare i suoi cittadini e a non riflettere la volontà del Paese.
In questi mesi di grande caldo, sono numerosi i circhi in tournée nel nostro paese e questo allungamento dei tempi fa aumentare la nostra preoccupazione per gli animali, l’immobilità delle istituzioni e noncuranza di chi trova ancora divertente uno “spettacolo” anacronistico. Per fortuna, notiamo che la sensibilità sta gradualmente aumentando come dimostrato anche dai 139 mila italiani che hanno firmato la nostra petizione. Noi di LAV non ci fermiamo, continueremo a portare avanti la nostra campagna per riuscire a dire una volta per tutte: basta animali nei circhi!