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La Spezia: famiglia di cinghiali bloccati all'interno di un parco cittadino

Concluse le operazioni di sterilizzazione dei cinghiali in collaborazione con l’Università di Torino. Chiediamo al Ministro della Salute Schillaci di poter trasferire gli animali in un rifugio sicuro.

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Ultimo aggiornamento

venerdì 26 agosto 2022

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Nota sul salvataggio dei cinghiali della Spezia

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I cinghiali della Spezia sono salvi e ora inizia la loro nuova vita. Noi di LAV gli garantiremo cure e assistenza

Si è conclusa questa mattina la nota vicenda che ha coinvolto nove cinghiali, da quindici giorni rinchiusi nel parco La Maggiolina alla Spezia, che sono stati alla fine trasferiti presso un’area recintata scelta dalla Regione nel rispetto delle misure di biosicurezza, in provincia di La Spezia. LAV contribuirà alla loro assistenza e cibo come soluzione di salvezza per questi animali.

Le operazioni di trasferimento hanno visto l’impegno di personale estremamente professionale e competente: agenti della vigilanza regionale, medici veterinari dell’ASL5, Carabinieri Forestali e agenti della Polizia Locale che, tutti assieme, hanno garantito che le operazioni si svolgessero nel più breve tempo possibile, limitando così lo stress e quindi i rischi per la vita e la salute degli animali. Alle operazioni ha partecipato un veterinario designato dalla LAV come esperto.

“Siamo molto felici di questo risultato – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV, Animali Selvatici – che abbiamo raggiunto grazie all’impegno di tutti, istituzioni, associazioni, ma anche singoli cittadini che fin dal primo momento hanno manifestato grande preoccupazione per la sorte degli animali.”

Il nostro ringraziamento va al Presidente Toti per aver contribuito alla salvezza di questi animali così come a tutte le altre istituzioni e persone che hanno contribuito alle diverse operazioni che hanno determinato l’esito positivo di questa vicenda che, non lo dobbiamo dimenticare, è stata necessaria per mettere in sicurezza degli animali che sono stati attratti in ambito urbano a causa di comportamenti scorretti da parte di noi umani.

Gli animali selvatici, infatti, non hanno alcun motivo per frequentare le aree urbane, che non rappresentano certo il loro habitat ideale. Sono invece i nostri comportamenti a determinarne l’avvicinamento. Ad esempio lasciare del cibo a loro disposizione è un comportamento da evitare sempre perché contribuisce ad alterarne profondamente il comportamento, rendendoli meno diffidenti all’essere umano e per questo quasi sempre destinati ad essere uccisi.

LAV aveva indicato un rifugio come luogo definitivo di accoglienza di questi animali ma le autorità sanitarie non hanno accolto favorevolmente la nostra proposta per ragioni di prevenzione sanitaria della peste suina, poiché sarebbe stato necessario transitare nella provincia di Genova attualmente zona rossa per la PSA. La scelta del luogo quindi è stata operata da Regione e autorità locali. Il luogo non verrà divulgato per garantire la sicurezza di questi animali ed evitare che malintenzionati che non volevano la salvezza di questi animali possano creare ritorsioni. Durante le operazioni di salvataggio dei 9 animali, uno dei cuccioli a cui non era stata effettuata narcosi è deceduto. Attendiamo gli esiti dell’autopsia per conoscere le cause della morte.

“Quanto accaduto ai cinghiali della Spezia conferma che l’impegno di tutti, associazioni, attiviste e attivisti provenienti da tutta Italia, istituzioni che hanno saputo acccogliere e ascoltare le nostre istanze, una cittadinanza solidale, può contribuire a risolvere positivamente situazioni critiche e analoghe, evitando crudeli spargimenti di sangue – conclude la LAV - soprattutto in casi come questo, dove le responsabilità non sono certo imputabili ai cinghiali.”



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