Si chiude giovedì 31 gennaio la stagione di caccia 2018/19. Verrebbe da credere che animali selvatici e cittadini potranno tirare un sospiro di sollievo. Ma non è esattamente così.
La stagione venatoria, infatti, dovrebbe essere compresa tra la terza domenica di settembre e il 31 gennaio, ma nella realtà, in virtù di concessioni alla preapertura e al posticipo della chiusura, in gran parte delle Regioni, di fatto, si inizia a sparare il 1° settembre per smettere il 10 febbraio. Un “bonus” per i cacciatori, un mese in più di morte e sofferenza per gli animali selvatici e di grave rischio per gli umani.
Dal 1 settembre al 31 dicembre 2018 l’Associazione Vittime della Caccia conta ben 65 vittime – 16 morti e 49 feriti, tra cui anche due bambini.
Si tratta di casi gravissimi che non possono essere derubricati a semplici incidenti, ma considerati per quello che sono: veri e propri atti criminali. Come si può sparare alla alla cieca?
E poi c'è la "favola" del cacciatore amante della natura, o del cacciatore ambientalista, un paradosso di cui questo video svela la crudele inconsistenza
Una favola definitivamente smentita anche dalla recente sentenza 7/2019 emessa dalla Corte Costituzionale che, pronunciandosi in relazione al calendario venatorio piemontese, di fatto chiarisce che alla caccia non può essere riconosciuto alcun valore positivo dal punto di vista della tutela dell’ambiente e degli animali selvatici, con buona pace dei cacciatori.
Morte, sofferenza, illegalità, sono le parole d’ordine di ogni stagione venatoria, per questo motivo abbiamo lanciato una petizione per l’abolizione della caccia che si chiuderà il prossimo 10 febbraio. Le firme raccolte andranno a sostenere l’iniziativa legislativa per la messa al bando di qualsiasi attività che comporti l’uccisione degli animali selvatici.