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Fur Free Europe: la Commissione Europea ha deciso di non decidere

Il nostro lavoro prosegue sul piano tecnico e, non appena si insedierà la nuova Commissione Europea, anche su quello politico per un?Europa senza pellicce.

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Ultimo aggiornamento

venerdì 09 febbraio 2024

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Moda animal free

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FurFreeEurope: nuovo incontro con la Commissione Europea

Oggi, 09 febbraio, a Bruxelles, insieme ai nostri partner del Comitato Cittadino promotore della ICE Fur Free Europe abbiamo incontrato nuovamente la Commissione Europea.

Si è trattato dell’ultimo incontro previsto dalla procedura ICE tra la Commissione e gli organizzatori: la Commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, ha confermato quanto già comunicato nella risposta pubblicata lo scorso 7 dicembre, rassicurando che le priorità delle politiche intraprese dalla Commissione uscente continueranno ad essere nell’agenda della Commissione che arriverà dopo le elezioni di giugno.

Mentre dalla interazione avuta con i rappresentanti delle Direzioni Generali Salute, Mercato Interno e Ambiente è stato possibile approfondire alcuni aspetti e dimostrare tutta la nostra attenzione sulle decisioni che verranno prese nei prossimi mesi.

La petizione Fur Free Europe ha concluso il suo iter: ora il nostro lavoro prosegue sul piano tecnico e, non appena si insedierà la nuova Commissione Europea, anche su quello politico.

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martedì 23 gennaio 2024

Fur Free Europe: LAV presente al meeeting organizzato da EFSA

Ieri, lunedì 22 gennaio a Bruxelles, EFSA ha incontrato gli stakeholders per raccogliere le prime osservazioni e considerazioni da parte sia delle ONG (che con la vincente Iniziativa dei Cittadini Europei “Fur Free Europe”, oltre 1,5milioni di firme validate in meno di 10 mesi, stanno chiedendo il divieto europeo ad allevamento e commercio di pellicce) sia rappresentanti dell’Industria della pelliccia.

Entrambe le parti con i propri esperti scientifici. Anche LAV era presente per seguire i lavori e intervenire con il proprio responsabile Simone Pavesi.

Nell’incontro organizzato da EFSA è emerso palesemente come le argomentazioni dell’Industria della pelliccia, e dei suoi esperti ‘scientifici’, siano totalmente indifferenti alle esigenze etologiche degli animali e unicamente finalizzate ad assicurare la sopravvivenza di una filiera insostenibile e dalla quale la maggioranza delle aziende globali della moda ha già preso le distanze. Insieme alle ONG nostre partner abbiamo rappresentato, ancora una volta, che animali selvatici quali sono visoni, volpi, cani procione (tra le specie più allevate) non possono essere stabulati in gabbie e che nuovi ‘standard’ dimensionali e/o gestionali non potranno mai assicurare adeguate condizioni di vita per queste specie e ogni altro animale sfruttato per la pelliccia. Simone Pavesi, Responsabile LAV Moda Animal Free

Lo scorso 7 dicembre la Commissione Europea aveva comunicato di avere conferito mandato ad EFSA per l’elaborazione di un aggiornato Parere Scientifico circa l’impatto sul benessere animale negli allevamenti per la produzione di pellicce (la cui adozione è prevista per marzo 2025).

Il compito dell'EFSA è quello di esaminare le pubblicazioni scientifiche disponibili e altre fonti per fornire una solida base scientifica sul benessere degli animali allevati per la produzione di pellicce (visoni, volpi, cani procione e cincillà) affinché la Commissione europea possa prendere in considerazione azioni politiche in risposta alla Iniziativa dei Cittadini Europei “Fur Free Europe”.

In questo processo partecipativo, EFSA ha previsto il coinvolgimento di tutte le parti interessate durante tutta la valutazione del rischio.

Se intendiamo veramente discutere del benessere degli animali, i bisogni specie-specifici degli animali dovrebbero essere il punto di partenza per determinare se e come dovremmo continuare a tenere e uccidere esseri senzienti per scopi commerciali. Nicholas Clark,  Programme Leader Eurogroup for Animals
Ci sono problemi inerenti all’allevamento di animali ‘da pelliccia’ che semplicemente non possono essere risolti. I cosiddetti “schemi di certificazione” dell’industria della pelliccia ingannano i consumatori e sono progettati per premiare lo status quo. Non è possibile apportare modifiche: il benessere di animali selvatici in questi allevamenti è gravemente compromesso, con il risultato di una vita non degna di essere vissuta. Mark Glover,  Direttore Respect for Animals

Nel 2022, nell’Unione Europea, circa 8,5 milioni di animali sono stati allevati e uccisi per la produzione di pellicce. Venti Stati membri, tra cui l’Italia, hanno già vietato totalmente o parzialmente l’allevamento di animali da pelliccia o implementato misure più severe per motivi di benessere degli animali, ambiente e salute pubblica.

Insieme ai nostri partner europei di Eurogroup for Animals e Fur Free Alliance continueremo a seguire da vicino l’attività di EFSA sino alla pubblicazione del Parere Scientifico sulla base del quale la Commissione Europea dovrà decidere del futuro dell’industria della pelliccia in UE. Simone Pavesi, Responsabile LAV Moda Animal Fre


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giovedì 07 dicembre 2023

'Fur Free Europe': ritardo inutile e ingiustificato causerà la morte di migliaia animali

Oggi, il Vice Presidente Esecutivo della Commissione Europea, Maroš Šefčovič, e la Commissaria alla Salute Stella Kyriakides, in conferenza stampa nell’ambito del 14mo meeting della Piattaforma UE sul Benessere Animale (EUPAW) hanno comunicato la risposta ufficiale della Commissione alla Iniziativa dei Cittadini Europei “Fur Free Europe”: nonostante l’esistenza di un vasto insieme di prove scientifiche, che concludono che il sistema di stabulazione negli allevamenti da pelliccia non può in nessun caso soddisfare le esigenze etologiche delle specie allevate, oggi la Commissione Ue ha comunicato di avere conferito mandato all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) per ulteriori valutazioni sul Benessere Animale.

Di fatto una non risposta all’Iniziativa, con la quale oltre 1,5 milioni di cittadini hanno chiesto di:
- vietare in Unione Europea l’allevamento di animali per la pelliccia (come già fatto da molti Stati membri);
- introdurre, per coerenza, un nuovo divieto europeo per il divieto di commercio e import di prodotti di pellicceria.

L’Iniziativa Fur Free Europe, di cui LAV è stata la promotrice insieme ad altre ONG europee, è stata un successo: in meno di 10 mesi abbiamo raccolto +1,5 milioni di firme validate; in 18 Stati Membri abbiamo raggiunto la soglia nazionale. La Commissione Ue non poteva ignorare questa istanza fortemente sostenuta dai cittadini. Tuttavia, la Commissione Europea ha deciso di non decidere e così non ha risposto alla precisa richiesta dei cittadini europei che hanno chiesto la fine dell’industria della pelliccia. Un’istanza che è già stata in parte accolta da numerosi Stati Membri che, come l’Italia, hanno già vietato a livello nazionale questi allevamenti; così come dalla stragrande maggioranza delle aziende della moda che si sono dotate, da anni, di una policy fur-free. Siamo convinti che EFSA concluderà questo Parere con le stesse evidenze già ampiamente denunciate in numerosi altri Pareri scientifici, ossia che gli allevamenti di pellicce non sono sostenibili e rispettosi delle esigenze etologiche degli animali. Siamo però preoccupati e arrabbiati per quei milioni di animali che, nel frattempo, continueranno ad essere sfruttati per la produzione di pellicce. Simone Pavesi, Responsabile LAV Moda Animal Free

EFSA dovrà valutare sul piano scientifico quale è l’impatto sul benessere animale degli attuali sistemi di allevamento di animali selvatici (quali visoni, volpi, cani procione e cincillà) e quali eventuali nuovi standard strutturali e gestionali potrebbero essere introdotti. Il Parere dovrà essere consegnato entro marzo 2025, e la Commissione Europea deciderà di conseguenza entro il marzo 2026.

Pur nella positiva considerazione che anche il Parere EFSA confermerà la insostenibilità degli allevamenti di pellicce, resta il limite di questo mandato: EFSA, infatti, concentrerà la propria attività sulle quattro specie allevate in UE: visoni, volpi, cani procioni e cincillà. Mentre la ICE “Fur Free Europe” chiede il divieto totale di allevamento, a prescindere dalla specie.

Il rischio è che, nel 2026, la Commissione Europea avvii una iniziativa legislativa per vietare l’allevamento di pellicce limitatamente a queste quattro specie; con il paradosso che, l’industria della pelliccia, grazie alla carenza di ulteriori evidenze scientifiche, potrà così dare inizio a nuove forme di allevamento di altre specie, come lo zibellino e ogni altro animale ritenuto commercialmente utile a fornire pellicce.

Negli allevamenti da pelliccia, animali selvatici quali visoni, volpi e cani procione, vengono tenuti in piccole gabbie, impossibilitati a soddisfare comportamenti naturali e uccisi esclusivamente a causa del valore della loro pelliccia.

Questi allevamenti rappresentano anche un rischio per la salute pubblica considerato che durante la pandemia di Covid-19 si sono registrati oltre 400 focolai di coronavirus SARS-CoV-2 in allevamenti di visoni (4 casi anche in Italia) e, attualmente, sono stati documentati oltre 60 focolai di Influenza Aviaria ad Alta patogenicità (H5N1) proprio in allevamenti di visoni, volpi e cani procione (dunque con spillover dagli uccelli selvatici ai mammiferi).

In Europa, ogni anno 8,6 milioni di animali vengono allevati e uccisi per la produzione di pellicce. 20 Stati membri, tra cui l’Italia, hanno già vietato totalmente o parzialmente l’allevamento di animali “da pelliccia” o implementato misure più severe per motivi di benessere degli animali, ambiente e salute pubblica.

L’appello a vietare gli allevamenti da pelliccia in Europa è stato sostenuto da eurodeputati di tutti gli schieramenti politici.

La pubblicazione del Parere Scientifico di EFSA è prevista a marzo 2025; la Commissione UE ha programmato una conseguente decisione entro marzo 2026. LAV insieme ad Eurogroup for Animals e al network Fur Free Alliance sta già lavorando per accelerare i tempi e far sì che l’Industria della Pelliccia chiuda i battenti il prima possibile e per sempre. Il benessere degli animali negli allevamenti di pellicce non può essere migliorato, l’unica opzione è un divieto totale. Simone Pavesi, Responsabile LAV Moda Animal Free


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giovedì 19 ottobre 2023

Strasburgo: Parlamento UE riunito in sessione plenaria per dibattito su Fur Free Europe

Giovedì 19 ottobre si è svolto il dibattito del Parlamento Europeo in sessione plenaria sulla Iniziativa dei Cittadini “Fur Free Europe”. [Qui la registrazione] Dagli oltre 20 inter... LEGGI I DETTAGLI

Giovedì 19 ottobre si è svolto il dibattito del Parlamento Europeo in sessione plenaria sulla Iniziativa dei Cittadini “Fur Free Europe”. [Qui la registrazione]

Dagli oltre 20 interventi di Eurodeputati intervenuti è emerso un fortissimo sostegno alle istanze che stiamo ponendo alla Commissione Europea per:

  • l’estensione del divieto all’allevamento di animali “da pelliccia” in tutta l’Unione
  • l’introduzione del divieto di commercio e import di prodotti di pellicceria, 

Le istanze sono sostenute da oltre 1,5 milioni di europei (come più volte ricordato dai parlamentari) che hanno sottoscritto l’Iniziativa Fur Free Europe.

Abbastanza positivo l’intervento della Commissaria Iliana Ivanova, a inizio seduta. 

Il Benessere Animale è e rimarrà una priorità per la Commissione. Il dibattito di oggi sarà un contributo importante per consentire alla Commissione di arrivare ad una decisione su Fur Free Europe entro dicembre.Iliana Ivanova, Commissaria 

Dichiarazione forte, ma per la quale attendiamo di conoscere la formale risposta della Commissione che non potrà non coincidere con quanto richiesto dagli europei. 

“If it matters to Europeans, it matters to Europe”  sono le parole che la Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen aveva pronunciato il 13 settembre durante il suo intervento sullo stato dell’Unione.

Sono anche le parole che tanti Eurodeputati hanno ripreso nei loro interventi per ricordare alla Commissione Europea gli impegni assunti per la revisione delle norme a tutela degli animali in questa legislatura (ormai in scadenza, le elezioni saranno a giugno 2024),  ma che la Commissione sembra essersi scordata (ancora nessuna notizia del divieto alle gabbie nella filiera alimentare e altri provvedimenti).

Bene gli interventi degli europarlamentari italiani e che ringraziamo!

Nel non dare seguito alla revisione delle norme a tutela degli animali (come il divieto delle gabbie negli allevamenti) la Commissione Europea ha tradito il proprio mandato ed ha tradito i cittadini europei. Gli allevamenti di pellicce rappresentano una minaccia per l'ambiente e per la salute umana, centinaia di case di moda si sono già liberate di questa prassi. Produciamo una normativa adeguata ed etica per rispondere alla volontà della maggior parte dei cittadini e dare seguito alle istanze di Fur Free Europe.Maria Angela Danzì (M5S)


Uniamoci a quanto hanno chiesto i cittadini europei, e chiediamo alla Commissione Europea di intervenire per dire basta alle pellicce in Europa!Laura Ferrara (M5S)

 

Confinare gli animali in piccole gabbie non è accettabile. Non è solo una questione etica. La pandemia ci ha ricordato l’importanza dell’approccio One Health e della connessione tra salute animale ed umana. I tempi sono maturi per una iniziativa della Commissione Europea. Lasciamo agli animali le loro pellicce!Beatrice Covassi (PD)



 


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giovedì 12 ottobre 2023

Fur Free Europe: LAV in audizione al Parlamento europeo

Oggi, 12 ottobre, davanti agli eurodeputati delle Commissioni unificate Agricoltura, Mercato Interno e Petizioni abbiamo argomentato le ragioni a favore di una Fur Free Europe. Un ulteriore passo avan... LEGGI I DETTAGLI
Oggi, 12 ottobre, davanti agli eurodeputati delle Commissioni unificate Agricoltura, Mercato Interno e Petizioni abbiamo argomentato le ragioni a favore di una Fur Free Europe. Un ulteriore passo avanti verso la definitiva abolizione di questi allevamenti e per il divieto al commercio e all’import di prodotti di pellicceria in tutta l’Unione Europea
Simone Pavesi - Responsabile Area Moda Animal Free

[L’audizione è stata trasmessa in live streaming, qui il link alla registrazione. L'intervento LAV è dalle ore 11:17':35'' ]

In audizione, sono intervenuti alcuni tra i rappresentati delle ONG promotrici della Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) Fur Free Europe ed esperti scientifici:

  • Reineke Hameleers , CEO Eurogroup for Animals; 
  • Mike Moser , ex CEO della British Fur Trade e che, da diretto testimone delle violenze e privazioni cui sono sottoposti gli animali “da pelliccia” si è schierato contro questa forma di sfruttamento; 
  • Johan Lindsjö , esperto veterinario presso il Centro svedese per il Benessere degli Animali (SCAW), Università svedese di Scienze Agrarie; 
  • Bo Algers , professore emerito di medicina veterinaria, Università svedese di Scienze Agrarie; 
  • Stephanie Ghislain , Responsabile Affari Politici Eurogroup for Animals;  
  • Simone Pavesi , LAV.  

Nell'incontro al Parlamento europeo Simone Pavesi ha ricordato il percorso virtuoso delle tante aziende della moda (brand e retailer) giunte a consolidare una policy fur-free come elemento delle proprie politiche di Responsabilità Sociale d’Impresa ed in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo. 

Oggi l’Unione Europea ha la possibilità di porre la parola fine ad una Industria crudele e obsoleta, con una prospettiva economica discutibile, e che la stragrande maggioranza degli Stati membri, dei cittadini e delle aziende hanno già condannato Simone Pavesi,  Responsabile Area Moda Animal Free

Dopo un primo incontro tra gli organizzatori dell'ICE e la Commissione Europea, avvenuto lo scorso 20 luglio, questa audizione parlamentare (parte della procedura formale) mira a coinvolgere gli eurodeputati nel sostegno alla istanza di divieto di allevamento e commercio di pellicce in Unione Europea. 

La prossima settimana infatti, giovedì 19 ottobre, in agenda della sessione plenaria del Parlamento Ue a Strasburgo è previsto il dibattito su Fur Free Europe che potrebbe anche concludersi con la votazione di una Risoluzione. 

Più di 1,5 milioni di cittadini hanno chiesto un' Europa Senza Pellicce  e 20 Stati membri (tra cui anche l’Italia) hanno già vietato totalmente o parzialmente l’allevamento di animali da pelliccia per motivi etici, di benessere animale e salute pubblica, inviando un chiaro segnale alla Commissione UE: gli allevamenti di animali “da pelliccia” devono essere vietati in tutta l’Unione e, per coerenza, anche il commercio e l’import di prodotti di pellicceria 

Fur Free Europe  ha già raccolto il sostegno del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura (Agrifish) con numerosi Stati membri che si sono espressi favorevolmente già due volte, nel 2021 e poi ancora anche lo scorso giugno.  


Sta diventando sempre più difficile difendere l'indifendibile. La CE ha ora la possibilità di mantenere la sua promessa e di pubblicare le proposte complete entro la fine dell’anno. Reineke Hameleers - CEO Eurogroup for Animals

L'industria della Pelliccia è fuori dal tempo e fuori posto nella società europea. Mike Moser - ex CEO British Fur Trade, ora combatte con noi per una #FurFreeEurope

La risposta ufficiale della Commissione Europea è attesa entro metà dicembre.

Le tappe principali della Iniziativa dei Cittadini Europei “Fur Free Europe”

  • 2022, 18 maggio: avvio raccolta firme in tutta l’UE 
  • 2022, 6 ottobre - Strasburgo: conferenza al Parlamento Ue contestualmente alla seduta plenaria 
  • 2023, 1° marzo: in soli nove mesi e mezzo abbiamoraggiunto le +1,5 milioni di firme validate (la raccolta firme è così interrotta in anticipo). 
  • 2023, 20 luglio – Bruxelles: incontro con la Commissione Europea (Vice P.te VěraJourová e la Commissaria alla Salute Stella Kyriakides) 
  • 2023, 12 ottobre – Bruxelles: audizione al Parlamento Europeo con le Commissioni unificate Agricoltura, Mercato Interno, Petizioni 
  • 2023, 19 ottobre – Strasburgo: dibattito al Parlamento Europeo in seduta plenaria  



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giovedì 20 luglio 2023

Fur Free Europe: oggi noi di LAV abbiamo incontrato la Commissione Europea

A seguito dell’avvenuta validazione di +1,5 milioni di firme, oggi si è svolto il formale incontro tra gli organizzatori dell'Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) Fur Free Europe, tra cui la LAV ... LEGGI I DETTAGLI

A seguito dell’avvenuta validazione di +1,5 milioni di firme, oggi si è svolto il formale incontro tra gli organizzatori dell'Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) Fur Free Europe, tra cui la LAV (rappresentata da Simone Pavesi Responsabile Area Moda Animal Free), e la Commissione europea (nella persona della Commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, e la Vice Presidente, Věra Jourová), per presentare l’istanza e rimarcare l'importanza di un divieto armonizzato degli allevamenti di animali “da pelliccia” e l’introduzione di un divieto alla immissione di prodotti di pelliccia sul mercato europeo.

L’Iniziativa dei Cittadini Europei è uno strumento ideato dalla stessa Commissione Europea per generare un processo decisionale più democratico e consentire la partecipazione attiva dei cittadini alla definizione delle politiche europee. Dato il risultato raggiunto da Fur Free Europe (+1,5 firme validate raccolte in soli 10 mesi contro i 12 disponibili) ora la Commissione Europea deve dare una risposta concreta e coerente alla richiesta di vietare allevamento e commercio di pellicce. Simone Pavesi,  Responsabile LAV Moda Animal Free

Più di 1,5 milioni di cittadini hanno sottoscritto Fur Free Europe e 19 Stati membri, tra cui l’Italia, hanno già vietato totalmente o parzialmente l'allevamento di animali “da pelliccia” per motivi di benessere animale e salute pubblica.

L'appello è stato anche recentemente ribadito dalla maggioranza degli Stati membri durante la sessione di giugno del Consiglio Agricoltura e Pesca (AGRIFISH) ed è stato sostenuto pubblicamente da numerosi membri del Parlamento europeo.

Entro la fine del 2023, la Commissione Europea pubblicherà una proposta volta ad aggiornare la legislazione dell'UE sul Benessere degli Animali in allevamento per allinearla alle più recenti conoscenze scientifiche.

Gli organizzatori della ICE hanno ribadito ancora una volta che, mentre è possibile migliorare gli standard di benessere per gli animali domestici (per esempio escludendo il ricorso alle gabbie come chiesto con un’altra ICE di successo End The Cage Age), la scienza ha chiaramente dimostrato che ciò non è possibile per gli animali selvatici quali appunto sono i visoni, le volpi, i cani procione e altre specie sfruttate per la pelliccia. Di conseguenza, nella proposta dovrebbe essere incluso da subito un divieto di allevamento di animali “da pelliccia”.

Gli allevamenti per le pellicce rappresentano anche un significativo rischio per la diffusione di malattie zoonotiche, mettendo a rischio sia gli animali che gli esseri umani, un fatto che è diventato ampiamente evidente durante i recenti focolai del virus pandemico SARS-CoV-2, quattro verificatesi anche in Italia.

Oltre al divieto all’allevamento in UE, vietare anche l'immissione sul mercato dell'UE di prodotti di pellicceria garantirà che le pellicce prodotte in condizioni altrettanto crudeli in paesi terzi non possano essere vendute nel Mercato Interno.

Poiché l'UE si sta preparando a fare un passo da gigante per gli animali, e con la revisione prevista per il regolamento sugli animali in allevamento, questa è una grande opportunità per dimostrare che pratiche così crudeli e ingiustificabili non hanno posto in Europa. I cittadini hanno fatto sentire la loro voce e, affinché questo strumento democratico abbia successo, ci aspettiamo presto una risposta positiva dalla Commissione Europea. Reineke Hameleers, CEO Eurogroup for Animals

La risposta formale della Commissione Europea alla Iniziativa dei Cittadini Europei Fur Free Europe è prevista entro il 14 dicembre. Nel mentre, la procedura ICE prevede l’incontro che si è tenuto oggi a Bruxelles tra gli organizzatori della petizione validata (avendo ampiamente superato la soglia del milione di firme) e la Commissione Ue.


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mercoledì 19 luglio 2023

Fur Free Europe: la forza della firma dei cittadini

Siamo a Bruxelles dove domani 20 luglio incontreremo la Commissaria alla Salute dell’Unione Europea Stella Kyriakides e la Vice-Presidente della Commissione Europea VěraJourová.  Fur F... LEGGI I DETTAGLI

Siamo a Bruxelles dove domani 20 luglio incontreremo la Commissaria alla Salute dell’Unione Europea Stella Kyriakides e la Vice-Presidente della Commissione Europea VěraJourová. 

Fur Free Europe è una campagna che abbiamo ideato ormai due anni fa con numerosi nostri partner europei: si tratta di una Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE), ossia l’unica petizione che ha il potere di vincolare la Commissione Europea a dare seguito ad una specifica istanza.  

L’ICE è uno strumento pensato proprio dalla Commissione europea per generare un processo decisionale più democratico e consentire la partecipazione attiva dei cittadini alla definizione delle politiche europee.

Per avere successo, una ICE deve raggiungere 1 milione di firme validate entro un anno e superare in almeno 7 Stati Membri la soglia nazionale assegnata. 

Il 18 maggio 2022 c’è stato il lancio della raccolta firme che, grazie alla forte sensibilità degli europei, è stata poi chiusa in anticipo di due mesi e mezzo (l’1 marzo 2023) rispetto alla scadenza naturale, raccogliendo +1,5 milioni di firme validate superando la soglia nazionale in ben 21 Stati membri. 

Avevamo promesso di portare  sul tavolo dalla Commissione Europea la le firme  per chiedere:  

  • divieto UE agli allevamenti di pellicce 
  • divieto UE al commercio (e import) di prodotti di pellicceria

Domani sarà un ulteriore momento storico in questo percorso che, con il supporto di chi ha firmato, porterà presto alla fine dello sfruttamento degli animali per la pelliccia in tutta l’Unione Europea. 

 


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mercoledì 14 giugno 2023

Fur Free Europe: più di 1,5 milioni i cittadini che hanno chiesto all’UE di vietare l’allevamento e il commercio di pellicce

Oggi, 14 giugno, 1.502.319 firme di cittadini europei sono state presentate alla Commissione Europea, per chiedere di vietare una volta per tutte l'allevamento di pellicce e l'immissione sul mercato d... LEGGI I DETTAGLI

Oggi, 14 giugno, 1.502.319 firme di cittadini europei sono state presentate alla Commissione Europea, per chiedere di vietare una volta per tutte l'allevamento di pellicce e l'immissione sul mercato di prodotti di pellicceria.

Insieme stiamo scrivendo una pagina di storia di civiltà per l’Unione Europea e che, presto, consentirà di risparmiare la vita di decine di milioni di animali che ancora oggi vengono barbaramente confinati in allevamenti al solo scopo di venderne la pelliccia. Simone Pavesi, Resposabile LAV Area Moda Animal Free

Fur Free Europe è l’Iniziativa dei Cittadini Europei lanciata il 18 maggio 2022 e che ha ricevuto il sostegno di oltre ottanta organizzazioni da tutta Europa. Si è chiusa il 1° marzo, con due mesi e mezzo di anticipo rispetto alla scadenza ufficiale, grazie a un numero record di firme raccolte: 1.701.892.

Fur Free Europe ha inoltre raggiunto con successo la soglia di firme in 21 Stati membri, tre volte il requisito minimo di sette Stati membri previsto dalla normativa sulle ICE. Tutte le firme sono state presentate allo Stato membro interessato per la convalida.

Delle 85.122 firme raccolte in Italia (di cui 32.296 raccolte dalla LAV), ne sono state convalidate 83.164 assegnando così alla campagna firme condotta in Italia la qualifica di raccolta firme più efficiente con il 97,7% di firme validate.

La soglia nazionale di 53.580 firme era comunque già stata abbondantemente superata (per avere successo, una Iniziativa dei Cittadini Europei deve raggiungere 1 milione di firme in un anno e superare in almeno 7 Stati Membri la soglia nazionale assegnata; soglia che è determinata dal numero di eurodeputati dello Stato membro moltiplicato per il numero complessivo di eurodeputati).

Negli allevamenti di pellicce animali selvatici come visoni, volpi e cani procione sono tenuti in minuscole gabbie, impossibilitati ad espletare un comportamento naturale e uccisi in modo cruento (camera a gas o elettrocuzione) solo per il valore della loro pelliccia.

Gli allevamenti di pellicce (di visoni in particolare) rappresentano anche una significativa minaccia per la salute pubblica, come dimostrato durante la pandemia di COVID-19, quando tra le centinaia di focolai di coronavirus SARS-CoV-2 sono state intercettate anche nuove varianti del virus pandemico a seguito della documentata trasmissione uomo-visone-uomo con salto di specie anche di ritorno (vedi il rapporto LAV Fashion Spillover, feb. 2022).

Dal punto di vista ambientale, l'uso di sostanze chimiche tossiche nella produzione di pellicce ne fa una delle industrie più inquinanti. L'industria delle pellicce rappresenta anche una seria minaccia per la biodiversità, con alcune specie d'allevamento sfuggite agli allevamenti ora considerate specie aliene invasive (IAS), causando significativi impatti negativi sulla fauna selvatica autoctona europea.

LAV con i propri partner organizzatori dell'ICE incontrerà ora la Commissione europea e parteciperà all’audizione pubblica presso il Parlamento europeo prevista per settembre, dopodiché la Commissione europea dovrà rispondere pubblicamente all'Iniziativa Fur Free Europe entro la fine dell'anno.

Si tratta della decima Iniziativa dei Cittadini Europei di successo da quando è stato lanciato questo strumento di partecipazione dei cittadini alla definizione delle politiche europee.

Fur Free Europe rappresenta l'ICE di maggior successo:

  • +50.000 firme nel primo giorno di campagna;
  • 1 Stato membro ha raggiunto la propria soglia nazionale in un solo giorno di raccolta firme (Finlandia);
  • +1.000.000 firme in meno di 7 mesi (il target era stato raggiunto il 5 dicembre);
  • 21 Stati membri hanno superato la propria soglia nazionale, nei quasi 10 mesi di campagna (in ordine di arrivo: Finlandia, Danimarca, Svezia, Lituania, Olanda, Germania, Bulgaria, Slovacchia, Polonia, Francia, Lettonia, Belgio, Grecia, Austria, Rep. Ceca, ITALIA, Estonia, Croazia, Romania, Malta, Slovenia);
  • 53.580 firme, la soglia per l’Italia, raggiunte il 2 febbraio in meno di 9 mesi;
  • 1.701.892. firme in UE in meno di 10 mesi, di cui validate 1.502.319;
  • Chiusura anticipata di due mesi e mezzo (l’1 marzo invece del 18 maggio).
Il travolgente sostegno del pubblico a questa iniziativa ha chiarito una cosa: la pelliccia deve diventare un ricordo del passato. Siamo così orgogliosi di aver compiuto un ulteriore passo verso la fine di questa pratica crudele e inutile e ora chiediamo alla Commissione europea di utilizzare la nuova legislazione sul benessere degli animali per realizzare il desiderio di 1,5 milioni di cittadini europei. Reineke Hameleers, CEO Eurogroup for Animals


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martedì 13 giugno 2023

Chiusa con successo la raccolta firme contro le pellicce in Europa

[youtube:ns4uvOvqvKI] Fur Free Europe è stata lanciata il 18 maggio 2022 con l’obiettivo di vincolare la Commissione Europea ad avviare un’iniziativa legislativa per la messa al bando, in tutta l... LEGGI I DETTAGLI

Fur Free Europe è stata lanciata il 18 maggio 2022 con l’obiettivo di vincolare la Commissione Europea ad avviare un’iniziativa legislativa per la messa al bando, in tutta l’Unione, degli allevamenti di animali per la produzione di pellicce e, per coerenza, del commercio (ed import) di prodotti di pellicceria.

Una grande vittoria! La campagna di raccolta firme Fur Free Europe si è conclusa in anticipo e con un enorme successo. Ma il nostro impegno non termina qui, perché adesso porteremo 1.701.892 firme di cittadini europei al tavolo della Commissione Europea per ottenere subito un divieto all’allevamento e al commercio di pellicce. Simone Pavesi, area Moda Animal Free

Fur Free Europe, che ha beneficiato del supporto di oltre 80 ONG europee (in buona parte rappresentate dall’organizzazione ombrello Eurogroup for Animals e dal network Fur Free Alliance), è una Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) formalmente depositata dalla LAV (nella persona del responsabile dell’Area Moda Animal Free, Simone Pavesi) e da altri 6 componenti del costituito Citizens Panel (Heidi Kivekäs, Animalia, Finlandia; Carla Cornella Mirambell, FAADA, Spagna; Linn Bleckert, Djurens Rätt, Svezia; Birgitte Iversen Damm, Dyrenes Beskyttelse, Danimarca; Thomas Pietsch, Four Paws, Germania; Pawel Rawicki, Otwarte Klatki, Polonia).

Per avere successo, una ICE deve raggiungere 1 milione di firme validate entro 1 anno e superare in almeno 7 Stati Membri la soglia nazionale assegnata (soglia stabilita dal valore ottenuto moltiplicando il numero di eurodeputati del singolo Stato membro per il numero complessivo di membri del Parlamento UE).

Fur Free Europe è una ICE dei record:

  • + 50.000 firme nel primo giorno di campagna;
  • 1 Stato membro ha raggiunto la propria soglia nazionale in un solo giorno di raccolta firme (Finlandia);
  • + 1.000.000 firme in meno di 7 mesi (il target era stato raggiunto il 5 dicembre);
  • 21 Stati membri hanno superato la propria soglia nazionale, nei quasi 10 mesi di campagna (in ordine di arrivo: Finlandia, Danimarca, Svezia, Lituania, Olanda, Germania, Bulgaria, Slovacchia, Polonia, Francia, Lettonia, Belgio, Grecia, Austria, Rep. Ceca, ITALIA, Estonia, Croazia, Romania, Malta, Slovenia);
    53.580 firme, la soglia per l’Italia, raggiunte il 2 febbraio in meno di 9 mesi;
  • + 1.701.892 firme in UE in meno di 10 mesi;
  • chiusura anticipata di due mesi e mezzo (l’1 marzo invece del 18 maggio).

Oggi Fur Free Europe ha totalizzato 1.701.892 firme e 21 Stati membri hanno superato la soglia nazionale.

La decisione di anticipare la chiusura della ICE è stata presa per il potenziale impatto che potrebbe avere sull'imminente revisione della legislazione dell'UE sul Benessere degli Animali in allevamento, come parte della strategia Farm to Fork della Commissione europea.

Entro la fine del 2023, la Commissione Ue pubblicherà una proposta volta a migliorare la legislazione dell'UE sul Benessere degli Animali in allevamento per allinearla alle più recenti conoscenze scientifiche.

Numerosi studi scientifici condotti nei decenni di sfruttamento degli animali per la produzione di pellicce hanno sistematicamente dimostrato che visoni, volpi, cani procione e ogni altro animale sfruttato in questa filiera produttiva non perdono le loro caratteristiche etologiche di animali selvatici. Di conseguenza, nella proposta della Commissione, grazie alla istanza della ICE Fur Free Europe, dovrebbe essere incluso da subito un divieto all’allevamento di animali per la produzione di pellicce, per l’impossibilità di soddisfare le più basilari esigenze etologiche di questi animali nei sistemi di allevamento.

Inoltre, poiché le importazioni di prodotti animali dovrebbero seguire gli standard dell'UE, l'ICE chiede anche il divieto di immettere sul mercato europeo prodotti di pellicceria.

Non potrei essere più orgogliosa dei nostri sforzi congiunti. Questa Iniziativa dei Cittadini ha acquisito slancio fin dal primo giorno e dimostra che i cittadini europei, rappresentati da tutte le organizzazioni coinvolte, stanno inviando un messaggio cristallino alla Commissione europea: è giunto il momento per un'Europa Senza Pellicce. L'allevamento di animali ‘da pelliccia’ rappresenta un enorme punto cieco morale e con la nuova legislazione sul Benessere degli Animali in arrivo, l'UE ha l'opportunità di porre fine a questa inutile sofferenza una volta per tutte. Reineke Hameleers, CEO di Eurogroup for Animals

Come per gli altri partner promotori della ICE Fur Free Europe, LAV non vuole esportare la crudeltà degli allevamenti di pellicce in paesi terzi, ma mira a porre una definitiva fine alla Industria della pelliccia in Unione Europa.

Sono stati dieci mesi molto intensi, con tante iniziative in Italia ma anche presso le istituzioni UE a Bruxelles e Strasburgo, ringraziamo le migliaia di italiani che ci hanno sostenuto per tutto questo tempo, le ONG nostre partner in Italia Essere Animali, Humane Society Europe/Italia, Animal Law Italia, così come non possiamo non ricordare l’impegno di aziende che si sono esposte per un più marcato e diretto supporto a questa Iniziativa, da LUSH Italia a Save the Duck, sino ad Elisabetta Franchi (la prima casa di moda in Italia a dotarsi di una policy fur-free, già nel 2012, per una moda più sostenibile ed etica) anche in occasione della recente Milan Fashion Week. Simone Pavesi, area Moda Animal Free


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