Chiediamo di fermare il massacro, la vera responsabile del numero dei cervi è la provincia di Trento che autorizza i siti di foraggiamento.
Secondo il Parco Nazionale dello Stelvio, nella parte che interessa la Provincia di Trento, il numero di cervi sarebbe eccessivo, al punto che il loro pascolamento causerebbe danni al rinnovamento forestale comportando ricadute negative sulla presenza dei tetraonidi a causa dell’impatto sugli habitat.
Per questo motivo la Giunta Provinciale di Trento ha deliberato l’uccisione, con il parere positivo di ISPRA, di ben 1.500 individui in cinque anni, praticamente quasi tutti quelli presenti all’interno dell’area protetta dove ne sono stati stimati 1.600.
Anche
questo è uno degli effetti devastanti dell’emendamento “caccia selvaggia”,
approvato dal Parlamento a inizio anno, e che da quel momento consente
esplicitamente l’ingresso dei cacciatori nelle aree urbane e nelle zone
protette. Saranno infatti un centinaio i cacciatori trentini che potranno
scorrazzare nel Parco dello Stelvio per eseguire la condanna a morte decretata
dalla Giunta Provinciale.
Tuttavia,
le ragioni utilizzate dal Parco e dalla Provincia per giustificare la
mattanza non hanno alcun valore scientifico, infatti gli animali selvatici
non hanno bisogno di alcun intervento “riequilibratorio” dei cacciatori perché
sono sempre in perfetto equilibrio con le risorse che il territorio è in grado
di offrire. In realtà sono proprio i cacciatori e la Provincia il vero e unico
problema.
Infatti, in tutta la provincia di Trento sono autorizzati migliaia di siti di foraggiamento, strutture installate nei boschi e utilizzate dai cacciatori per alimentare artificialmente i cervi durante la difficile stagione invernale, aumentandone così il numero di individui per garantirsi una maggiore quantità di vittime nella successiva stagione venatoria.
Una pratica fortemente
condannata dallo stesso ISPRA, ma autorizzata dalla Provincia di Trento
evidentemente alla ricerca di consenso tra i cacciatori.
Inoltre, i paventati danni che il pascolamento dei cervi procurerebbe agli habitat dei tetraonidi suonano come una barzelletta se pensiamo che il calendario venatorio della provincia di Trento autorizza la caccia al fagiano di monte (un tetraonide) dal 1° ottobre al 30 novembre 2023.
Firma la petizione per chiedere al Presidente Mattarella di far rispettare l'Articolo 9 della Costituzione!
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