La cavalla è deceduta sul colpo, il cavaliere versa in gravi condizioni. Foligno già teatro di diversi incidenti mortali in un manifestazione obsoleta e cruenta.
Secondo quanto riportato dagli organi di stampa, la cavalla montata da Massimo Gubbini del rione Giotti è caduta, forse per un malore, travolgendo e schiacciando con il suo corpo il cavaliere, che ha riportato un grave trauma facciale e polmonare. Sorte molto peggiore è toccata alla cavalla, che è morta sul colpo.
Non è il primo cavallo che muore sotto le redini di Gubbini. Nell’edizione della Quintana del 2017, il purosangue inglese Wind of Passion si era infortunato riportando una lesione all’apparato di sospensione del nodello degli arti anteriori. Ricoverato presso la clinica veterinaria dell’università di Perugia, era deceduto il giorno dopo per arresto cardiaco. Il procedimento penale si era concluso con l’archiviazione. Inoltre, altre due cavalle erano morte già negli anni precedenti a quel fatto.
Sulla Quintana pesa anche che una grave condanna in primo grado a diverse persone per maltrattamento e frode sportiva.
La Giostra della Quintana, infatti, è finita nel mirino degli inquirenti nel 2011 nell’ambito dell’operazione “Zodiaco”, condotta dai Carabinieri Nas di Perugia, in seguito alla quale undici persone, tra fantini, veterinari e quintanari, furono rinviati a giudizio per maltrattamento di animali e frode sportiva, centinaia di pagine di scioccanti intercettazioni telefoniche, grazie alle quali si sono potute ricostruire le modalità di doping ai cavalli, e infine il processo, conclusosi con la condanna in primo grado di dieci imputati, mentre uno ha patteggiato la pena.
La morte dei cavalli in pista viene puntualmente banalizzata con la frase di circostanza sulla tragica fatalità, quando invece si tratta di una mattanza a cielo aperto che non dovrebbe trovare posto in una società evoluta e civile. Gli esseri umani hanno la più ampia facoltà di scelta, sono consapevoli dei rischi che corrono esercitando attività pericolose e ne accettano le conseguenze, ma agli animali non umani non viene concessa alcuna scelta. I cavalli sono allevati, addestrati e costretti a competizioni che, anche non fossero pericolose, sono la negazione della loro natura, nonché espressione della più bieca mentalità utilitaristica dell’uomo verso il cavallo.