La transizione alimentare è inevitabile e inarrestabile: promossa all’estero e ostacolata in Italia.
In Europa emerge un ulteriore piano, dopo che altri Paesi hanno infatti già presentato diversi programmi, per incentivare il passaggio a un sistema alimentare maggiormente vegetale.
In Catalogna le autorità iberiche hanno infatti confermato un importante e significativo investimento in campo agroalimentare, stanziando 7 milioni di euro, per portare sul mercato sempre più prodotti alternativi alla carne e dal minore impatto ambientale.
L’investimento è ad opera del Departamento de Acción Climática, Alimentación y Agenda Rural de la Generalitat de Cataluñae del Instituto de Investigación y TecnologíaAgroalimentaria (IRTA), che hanno designato il Centre d’Innovació en Proteïna Alternativa (CIPA) per lavorare su componenti differenti da quelli di origine animale che possano essere integrati nell’alimentazione umana fornendo il giusto apporto proteico.
“Questo è un annuncio storico e un importante passo verso la trasformazione della Catalogna in uno dei principali centro spagnoli per gli alimenti sostenibili a base vegetale e di fermentati” ha commentato A. Holst del Good Food Institute.
La Spagna è infatti una nazione fortemente zootecnica e, benché il panorama iberico sia già punteggiato di aziende pionieristiche volte allo sviluppo di proteine alternative, questo investimento rappresenta l’intenzione di apportare delle modifiche importanti al sistema alimentare spagnolo, supportandone lo sviluppo nella giusta direzione.
Difatti, l’IRTA afferma che “queste nuove fonti proteiche
contribuiranno alla riduzione dell’impatto ambientale della produzione
alimentare tradizionale, promuovendo una dieta più sana e autosufficiente, a
partire da produzioni locali sostenibili.
Tutto ciò rappresenta
un’opportunità per il settore agroalimentare catalano, che può diventare una leva
importante per la trasformazione del sistema alimentare del Paese”.
I Paesi che stanno orientando i propri sforzi verso la transizione alimentare, non solo supportano una trasformazione che permette di contrastare la continua sofferenza di miliardi di animali negli allevamenti, ma rispondono anche a una chiara volontà dei consumatori, sempre più inclini a preferire prodotti vegetali piuttosto che di origine animale.
Una ricerca condotta da Circana, infatti, ha rilevato che le vendite di alimenti plant-based alternativi alla carne consumati fuori casa nei 5 grandi Paesi europei (Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Spagna) sono aumentate del 48% dal 2019.
In questo periodo, la opzioni vegetali hanno registrato la crescita più forte di qualsiasi altra categoria di proteine, in tutti i formati.
In particolare, i burger vedono una crescita estremamente elevata, con un aumento del 20% rispetto all'anno precedente e un incremento enorme, del 90%, rispetto al 2019.
Ciò significa che gli hamburger vegetali hanno rappresentato il 25% della crescita totale degli hamburger. Quindi, nonostante la battaglia antiscientifica del Ministro Lollobrigida e i suoi ripetuti tentativi di tutela della zootecnia, comparto fortemente violento e dall’enorme impatto ambientale, anche l’Italia risulta essere orientata verso gli alimenti vegetali.
L'orientamento è confermato dalle previsioni di Circana, in base alle quali le vendite di prodotti plant-based consumati fuori casa aumenteranno ulteriormente nei prossimi anni, con 56 milioni di consumatori nei 5 grandi Paesi. Si tratta di consumatori che dichiarano di non aver ancora acquistato alternative alla carne al ristorante, ma che sarebbero disposti a farlo.
Inoltre, i consumatori più giovani sono più propensi a scegliere opzioni vegetali e si prevede che queste abitudini continueranno con l'avanzare dell'età.