Home | Notizie | Mucche a terra: Cassazione conferma condanne per sevizie alla mucca Doris

Mucche a terra: Cassazione conferma condanne per sevizie alla mucca Doris

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

mercoledì 24 giugno 2015

Condividi

La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza nei confronti di 6 imputati (trasportatori ed addetti alle pulizie), condannati per maltrattamento animali, per le sevizie inflitte a una mucca non più in grado di camminare, convalidando le pene che variano, a seconda dei ruoli, dalla reclusione sino a 6 mesi alla multa fino a 9.000 euro.

I 6 uomini erano stati condannati nel 2010 in primo grado dal tribunale di Cuneo, e la sentenza era stata confermata dalla Corte d’Appello di Torino nel 2013.

“Siamo molto soddisfatti che i Giudici della Suprema Corte abbiano ritenuto valida l’applicazione del delitto di maltrattamento animali nell’ambito di un’attività di sfruttamento ‘legale’ come il trasporto verso il macello – commenta Roberto Bennati, vicepresidente della LAV – Si tratta di un importante caso di tutela animali durante il trasporto che arriva fino in terza sezione, e costituisce un precedente importante che farà giurisprudenza”.

Il processo era scaturito da una denuncia di Animals’ Angels e LAV presentata nel 2006, per le gravi e reiterate sevizie inflitte a una mucca - chiamata Doris dagli attivisti dell’associazione - non più in grado di camminare, spinta lungo il pavimento con l’ausilio della pala di un trattore, caricata sulla pala e sollevata, trascinata, schiacciata tra il camion e la rampa, picchiata, calpestata sulle mammelle, pungolata con un bastone elettrico e fatta rotolare nel camion chiudendo la rampa del camion mentre lei vi giaceva sopra.

Le drammatiche immagini realizzate durante l’investigazione furono diffuse in Italia dall’associazione, in collaborazione con la LAV, entrando nelle case e nelle menti delle persone, che reagirono con indignazione.

“Oggi quell’indignazione ha avuto una risposta forte: comportamenti che la zootecnia industriale intensiva chiamava ‘pratiche zootecniche’ sono stati confermati a tutti gli effetti delitti puniti dal codice penale”, conclude Bennati.

Barbara Paladini

COMUNICATO STAMPA