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Carne rossa combatte il cancro? Come strumentalizzare i risultati di uno studio

Gravi conseguenze per gli animali e per la salute delle persone.

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Ultimo aggiornamento

giovedì 28 dicembre 2023

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Titoli fuorvianti e in totale contrasto con la posizione dell'OMS

Recentemente uno studio condotto dall’Università di Chicago è stato riportato da varie testate giornalistiche italiane, con titoli fuorvianti che alludono all’idea che mangiare carne rossa faccia bene.

Questo è l’ennesimo caso di strumentalizzazione di analisi mediche puntuali generalizzate dai media, con severe conseguenze per gli animali e per la salute umana.

Strumentalizzazione in chiaro contrasto con la posizione dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che riconosce alla carne rossa e lavorata un effetto cancerogeno per chi le consuma, confermato da studi epidemiologici.

La letteratura scientifica, infatti, ha dimostrato gli effetti dannosi dei prodotti di origine animale e in particolare della carne rossa, incluso anche lo studio commissionato da LAV a Demetra “Il costo nascosto della carne in Italia”.

Dalle analisi sono state evidenziate correlazioni tra l’aumentato rischio di contrarre patologie cardio-circolatorie e tumorali e il consumo di carne, senza considerare le sofferenze inflitte agli animali allevati a scopi alimentari, che dopo una vita di agonia vengono uccisi ancora giovanissimi.

La ricerca a cui i giornali hanno fatto riferimento ha infatti dato come risultato il fatto che una sostanza nutritiva, presente nella carne rossa e nei latticini, potrebbe supportare la capacità del nostro corpo di rispondere alle cure e combattere le cellule tumorali.

Il nutriente in questione si chiama acido trans-vaccenico, o TVA, un acido grasso a catena lunga che i nostri organismi non possono produrre da soli, ma che è solo uno dei circa 700 metaboliti conosciuti di origine alimentare che circolano nel nostro sangue.

Il team di ricercatori ha valutato come il TVA potrebbe supportare la funzione immunitaria contro diversi tipi di tumore, sia nelle cellule isolate che, purtroppo, nei modelli sui topi.

Ribadiamo anche in questo caso che la sperimentazione sugli animali è una pratica crudele e inefficace contro cui LAV si batte da decenni, e anche gli stessi ricercatori hanno sottolineato che questi risultati non sono conclusivi e indicano che “dovremmo abbuffarci di hamburger e formaggio”.

Infatti, benché la ricerca mostri come i pazienti con livelli più elevati di TVA circolante nel sangue abbiano risposto meglio all’immunoterapia, gli effetti cancerogeni della carne non sarebbero annullati dalla presenza di TVA, dunque, anche qualora i risultati venissero confermati in ulteriori approfondimenti, (che ci auguriamo non coinvolgano altri animali) l’aumentata probabilità di sviluppare patologie in correlazione al consumo di carne sarebbe la medesima.

In ultimo, i ricercatori evidenziano che molti sono i nutrienti che non sono ancora stati testati, ed elementi di origine vegetale potrebbero rivelarsi promettenti nella lotta contro il cancro.

L’alimentazione vegetale, infatti, oltre ad evitare gli animali siano sfruttati e uccisi, è più volte risultata essere l’opzione più sana e quella con la minor correlazione con l’insorgere di patologie tumorali.

Sfruttare i risultati di uno studio, che riporta unicamente una correlazione positiva tra TVA e risposta ad alcune cure tumorali, per promuovere il consumo di carne è immorale e irresponsabile.

Un’alimentazione ricca di prodotti di origine animale resta una scelta non etica e non sana, dalla quale LAV invita tutte le persone a prendere le distanze, integrando nelle proprie scelte a tavola sempre più prodotti vegetali fino ad optare per un’alimentazione 100% plant-based.