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Carne coltivata da una piuma per produre cibo senza sofferenza

Il progetto italiano frutto di una collaborazione tra la Fondazione Save The Chickens  e Università di Trento.

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Ultimo aggiornamento

venerdì 06 ottobre 2023

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Scelte politiche ideologiche non bloccheranno la transizione alimentare che avanza

L’attuale sistema alimentare, basato sullo sfruttamento e sulla sofferenza degli animali, oltre ad essere intrinsecamente crudele, ha un enorme impatto sull’ambiente, sul cambiamento climatico e sulla salute umana. 

La zootecnia, quasi totalmente di tipo intensivo/industriale, infatti alleva e uccide 630 milioni di animali ogni anno solo in Italia, generando nel contempo il 70% delle emissioni attribuite al settore agro-alimentare, con conseguenze drammatiche, ben delineate nella ricerca Il costo nascosto della carne in Italia

È dunque necessario modificare il sistema di produzione e consumo di cibo, integrando la Transizione Alimentare nel piano di transizione ecologica, come LAV ha specificato nel Menù del Cambiamento, il “ricettario” di azioni necessarie da intraprendere, prime fra tutte la sostituzione dei cibi di origine animale con alimenti 100% vegetali e lo sviluppo di nuovi prodotti alternativi plant-based o ottenuti da agricoltura cellulare e fermentazione di precisione. 

In questo scenario, e mentre il Governo vuole varare una legge che vieti i cibi da agricoltura cellulare, la Fondazione Save the Chickens compie importanti passi nella direzione giusta, finanziando uno studio condotto in collaborazione con l’Università di Trento, sotto la supervisione dei professori Stefano Biressi e Luciano Conti (con cui LAV aveva partecipato al Festival della Sostenibilità ASviS, con l’evento #CarissimaCarne: quei miliardi di cui nessuno parla), il cui sviluppo sperimentale è affidato alle Dottoresse Nike Schiavo e Giulia Fioravanti. 

Il progetto si concentra sulla creazione di una linea cellulare di pollo (un campione di cellule) per la produzione di carne coltivata, utilizzando le piume di pollo come fonte di cellule raccolte in modo non invasivo. Le piume studiate includono sia piume cadute spontaneamente e raccolte da terra, che piume rimosse delicatamente - mediante accarezzamento - da giovani polli. L’obiettivo della ricerca è quello di identificare un metodo economico, riproducibile ed etico per la ricerca futura e le applicazioni industriali.  

La riprova dell’insensatezza del Ddl contro gli alimenti coltivati e il veto di produrre cibi cell-based viene evidenziata dai risultati ottenuti fin ora. La ricerca ha infatti dimostrato la fattibilità dell'utilizzo delle piume come potenziale fonte di cellule di pollo per la produzione di carne coltivata senza arrecare alcuna sofferenza agli animali donatori.  

Questo studio getta le basi per il potenziale sviluppo di una fonte, veloce e priva di crudeltà, per l'industria della carne coltivata, contribuendo ad affrontare le problematiche ambientali ed etiche associate alla zootecnia. 

Questa ricerca è l’ennesima dimostrazione che la transizione alimentare è già in atto e le alternative alla crudeltà degli allevamenti continuano ad aumentare, ma rischia di rimanere confinata in ambito accademico o di beneficiare solamente altri Paesi, che sostengono proattivamente le innovazioni con lungimiranza.  

L’Italia avrebbe infatti tutti i mezzi, e l’interesse, per accelerare la transizione alimentare e competere con gli altri Stati europei in fatto di innovazione, sostenibilità ed etica, ma le possibilità di progresso vengono mutilate da scelte politiche ideologiche, che tentano di preservare inalterato un sistema alimentare violento e malsano.