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Alicudi: 600 capre a rischio deportazione, le soluzioni ci sono

Gli animali dell'isola rischiano di essere donate ad allevatori.

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Ultimo aggiornamento

martedì 09 aprile 2024

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Le soluzioni esistono, basta volerle applicare

Sono 600 le capre inselvatichite che l'isola di Alicudi vuole donare agli allevatori che ne faranno richiesta entro il 10 aprile.

Al piano di eradicazione presentato dal Comune lo scorso anno, LAV, insieme all'associazione Vita da cani, aveva subito risposto scrivendo al Sindaco, al Prefetto e al Presidente della Regione Siciliana, avendo ricevuto diverse segnalazioni da parte di privati cittadini, fortemente preoccupati per il destino delle capre.

Abbiamo da subito offerto supporto nell'individuazione di piani alternativi, individuando nella sterilizzazione per il contenimento delle nascite, l'unica strada percorribile, soprattutto in considerazione del fatto che, per le peculiarità del territorio, risulta difficilmente praticabile qualunque spostamento degli animali dall'isola.

Un solido progetto di sterilizzazione dei maschi presenti può contenere e, progressivamente diminuire, il numero degli animali presenti e, se simile progetto fosse stato tempestivamente intrapreso, non si sarebbe arrivati ad un numero tanto elevato di capre. È bene ricordare, infatti, che si tratta di capre nate da un gruppo domestico, di pochi esemplari, abbandonati sul territorio, che nel tempo si sono riprodotti ed inselvatichiti.

IL PESSIMO TEMPISMO

Più che le capre, il problema di Alicudi sembra essere, dunque, stato il pessimo tempismo nel voler risolvere una situazione divenuta poi ingestibile, a maggior ragione del rischio concreto di danneggiamento dei famosi muretti a secco, patrimonio Unesco.

La sterilizzazione delle capre consentirebbe, infatti, di giungere alla risoluzione definitiva della questione, a garanzia del benessere degli animali, che potrebbero così continuare a vivere serenamente in quella che è la loro casa, nonché di rassicurare i cittadini, con positivo impatto sull'opinione pubblica e sul turismo.

Nonostante l'offerta di confronto e supporto per trovare la soluzione migliore per gli animali e per l'isola stessa, le associazioni non hanno mai ricevuto risposta alcuna dalle istituzioni e, anzi, l'avviso del comune di Lipari del 28 marzo ha previsto che le capre vengano donate agli allevatori che, entro il 10 aprile 2024, facciano richiesta per ottenerle gratuitamente e che ogni allevatore potrà richiedere fino a 50 animali, da trasportare a proprie spese fino a destinazione.

Di questa mala gestio protrattasi nel tempo, che ha portato a riproduzione incontrollata e a 600 animali, non possono farne le spese le capre.

INACCETTABILE IMMISSIONE NELLA FILIERA ALIMENTARE:  LE ALTERNATIVE CI SONO

La possibilità di trasportare gli animali e donarli ad allevatori, prevedendo quindi una immissione nella filiera alimentare e la possibilità di macellazione, è inaccettabile.

Inoltre, trattandosi di capre domestiche, ma inselvatichite, si tratta di animali non tracciati e mai controllati che, piuttosto che essere inseriti nella filiera alimentare, sfruttati e/o macellati, dovrebbero essere dichiarati non DPA, anche per motivi di sicurezza alimentare.

È importante che le capre non vengano donati ad allevatori, ma siano, anzi, dichiarati non destinati alla produzione alimentare e quindi non macellabili.

Le alternative, infatti, ci sono e sono percorribili. È bene predisporre un programma di contenimento delle nascite tramite la sterilizzazione dei caprini maschi e, in caso, disporre la cessione degli animali a santuari-rifugi per la protezione degli animali sul territorio.

NECESSARIO PERCORRERE UNA STRADA COMUNE

LAV è sempre disponibile per momenti di confronto, al fine anche di scongiurare il ripetersi di simile situazione, e si augura che in futuro il Comune vigili sul territorio, verificando gli animali allevati presenti e scongiurando il ripetersi di situazioni simili di riproduzione incontrollata a seguito di abbandono sul territorio.

Ribadiamo la piena disponibilità a supportare il comune e chiediamo al sindaco Gullo, se è davvero sensibile al bene degli animali, come lui stesso ha dichiarato, di rispondere alle nostre richieste per individuare insieme una strada comune e condivisibile, al fine di risolvere la questione per il bene degli animali e della percezione dell'isola stessa nel mondo.