Si è concluso ieri, con una sentenza di condanna per il reato di detenzione incompatibile di animali tale da causare gravi sofferenze (articolo727 del Codice penale), il processo a carico del Canile Parrelli di Roma: condannata la storica responsabile della struttura e due inservienti, assolti invece i medici veterinari Asl tenuti a vigilare e controllare la struttura, segnalata e denunciata da decenni.
Siamo soddisfatti prima di tutto per aver contribuito attivamente a mettere in sicurezza e salvare più di 500 cani e gatti detenuti in quell’orribile struttura chiusa definitivamente da cinque anni. Alcuni animali dopo il sequestro del Corpo Forestale dello Stato furono restituiti ai legittimi possessori e gli altri, affidati in custodia giudiziaria alla LAV, sono stati curati e sistemati presso famiglie idonee. Si tratta di una sentenza di condanna faticosamente ottenuta dopo più di quattro decenni di segnalazioni e denunce, che di fatto solo ora acclara la malagestione degli animali.
Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza, ma c’è amarezza per una pronuncia ottenuta solo adesso e stupisce che, al di là di Associazioni e volontari impegnati dalla parte degli animali e ai quali va il nostro ringraziamento insieme alle famiglie adottive, nessuno, anche chi doveva per compiti di vigilanza e controllo previsti dalla Legge, sia intervenuto prima per evitare sofferenze ai cani e ai gatti detenuti in condizioni orribili, in conseguenza di quanto accertato nel processo di primo grado. Speriamo in un processo d’appello.