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Turchia: approvata legge che permette cattura, reclusione e uccisione dei cani randagi

Conseguenza di una mancata attività di prevenzione dell'incremento demografico.

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 07 agosto 2024

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Sterilizzazione ed educazione alla corretta convivenza: unico metodo per ridurre il numero di cani vaganti

Nonostante le proteste locali e internazionali, il Parlamento della Turchia ha approvato una legge finalizzata a rimuovere i cani randagi dalle strade.

Le amministrazioni locali dovranno provvedere a censire e condurre in canile tutti i cani randagi del proprio territorio, che potranno essere adottati ma anche uccisi, teoricamente, se malati o aggressivi.

La Turchia conta circa 4 milioni di cani randagi e ha strutture di accoglienza sovraffollate e inadeguate a tutelare il benessere degli animali.

Il provvedimento approvato, frutto di una mancata attività di prevenzione sul contenimento del randagismo, determinerà il peggioramento delle condizioni di detenzione dei cani in canile e avvierà uccisioni di cani malati o definiti aggressivi – come ci riferisce l'associazione turca Meyako Rescue - senza peraltro raggiungere l'obiettivo che si prefigge di limitare i cani vaganti sul territorio.

Studi internazionali sulla gestione dei cani randagi e delle popolazioni feline sono unanimi nel sostenere che la reclusione in canile e l'uccisione non rappresentano un metodo efficace per controllare l'incremento demografico.

E' dimostrato invece che i programmi di sterilizzazione e vaccinazione (Trap-Neuter-Vaccinate-Return (TNVR) dei cani di strada su larga scala e il successivo rilascio sul territorio sono l'unico modo efficace per ridurre la popolazione degli animali e prevenire il diffondersi di patologie.

Torneremo a scrivere all'Ambasciatore di Turchia in Italia Ömer Gücük , come già fatto a maggio scorso, quando questa legge era ancora una proposta, sottolineando l'inutilità delle misure di contenimento del randagismo che il Governo intendeva adottare, per evidenziare lo sdegno per linea di azione scelta, in spregio non solo alla tutela dei diritti degli animali ma anche alla sempre crescente sensibilità dell'opinione pubblica sia turca che internazionale.