Home | Notizie | Palermo: un pitbull è stato ucciso a coltellate fuori da un bar

Palermo: un pitbull è stato ucciso a coltellate fuori da un bar

L’ ennesima vittima della crudeltà umana. La Commissione Giustizia della Camera dei deputati non perda più tempo e approvi la legge contro i maltrattamenti sugli animali che prevede un inasprimento delle pene per chi li commette.

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

mercoledì 21 agosto 2024

Topic

#sicilia
Animali familiari

Condividi

Avviate le ricerche per trovare il familiare umano e l’animalicida

L'ennesima vittima della crudeltà umana. Si tratta ancora una volta di un pitbull, accoltellato nella notte fra domenica e lunedì scorso a Palermo, città che solo 8 mesi fa aveva fatto da sfondo a un’altra tragedia, quella del pitbull Aron, ucciso in via delle Croci dal suo stesso familiare umano, dopo essere stato legato con una catena a un palo e dato alle fiamme.

Contrariamente a quanto si legge sui giornali, il pitbull non era un cane randagio. Pelo marrone, orecchie tagliate, privo di microchip. Ma non per questo era solo.

Dalle informazioni che abbiamo ottenuto, grazie alla presenza e all’attività sul territorio della sede locale LAV di Palermo, l’animale era in giro con il suo familiare umano, il quale stava passeggiando tenendo al guinzaglio anche un altro cane, non si sa di che tipologia.

Il pitbull era lasciato sciolto, libero di circolare. Ed ecco che, avvicinatosi ai tavolini esterni di un bar nella zona del Foro Italico, l’animale ha incrociato un bulldog francese, i cui familiari umani erano seduti per un drink.

I due cani si sono azzannati e il pitbull ha iniziato a mordere a sangue il bulldog. Si è diffuso il panico e la paura. La familiare umana del bulldog ha tentato di separare gli animali, senza però riuscirci, anzi ferendosi a causa di qualche morso. Finché non è intervenuto qualcuno, direttamente con un coltello, che ha colpito il pitbull, infliggendogli una coltellata mortale nel costato, che gli ha perforato direttamente i polmoni.

Quando è arrivata la squadra del canile municipale, attivata dalla Polizia municipale su segnalazione delle volanti della Polizia di Stato intervenute sul posto, il cane era già morto e non c’era più nulla da fare. Il familiare umano del pitbull è fuggito immediatamente e, ancora adesso, non è stato identificato, poiché il cane non era microchippato. Allo stesso modo è ancora ignoto l’autore dell’atroce gesto, che con una freddezza assoluta ha accoltellato il cane, spegnendo la sua vita in un istante.

Sappiamo che il bulldog è in una clinica qui in città, lo stanno curando e anche la sua proprietaria si sta rimettendo. Ma siamo totalmente sconvolti per il destino a cui è andato incontro il pitbull. Come sede locale LAV, anche insieme ad altre associazioni del territorio, ci siamo resi disponibili a supportare le indagini e a collaborare con le autorità nell’identificazione dell’animalicida. Giorgia Matesi, Responsabile LAV Palermo

Le ricerche sono ancora in corso, nonché le verifiche delle telecamere della zona, per capire meglio la dinamica dell’incidente e le responsabilità umane di quanto accaduto.

Condanniamo il terribile omicidio, per il quale il responsabile è da perseguire d'ufficio da parte delle Forze di Polizia. Ma non solo, anche la stessa detenzione del pitbull era deprecabile. Probabilmente il familiare umano non aveva idea di come gestire una tipologia di cane come questa: il pitbull ha esigenze e bisogni particolari che, se non appagati e quindi frustrati, possono sfociare in condotte aggressive. Sicuramente il cane non andava portato in giro in quel momento privo del guinzaglio. Inoltre, il fatto di non averlo microchippato, esponeva a priori l’animale al pericolo di perdersi per sempre e di essere confuso con un randagio, come infatti è successo. Forse l’uomo già aveva preventivato di abbandonarlo. LAV

Atti di una tale crudeltà non devono più accadere. LAV chiede ancora una volta alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati di procedere con l’esame e l’approvazione delle proposte di Legge per inasprire le pene e rendere più efficaci le norme per perseguire i reati contro gli animali.