Il Tribunale di Bologna ha emesso un decreto penale di condanna a carico di M.M., titolare di un ristorante di Zola Predosa (Bologna) per il reato di detenzione di animali in condizioni incompatibili, ex art. 727, II comma C.p, disponendo il sequestro degli animali. M.M. si è opposto al Decreto penale e quindi dovrà affrontare un processo ordinario. La Procura, intanto, ha affidato la custodia dei caimani al Crase di Semproniano (Grosseto) che ne ha curato il trasferimento dal ristorante al centro di recupero.
La denuncia era stata presentata nel 2014 dal Servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato, in seguito al sopralluogo del Nirda, che aveva ricevuto la segnalazione della LAV in relazione a due caimani rinchiusi in uno spazio ricavato all’interno del ristorante, “i caimani erano tenuti in loculi piccolissimi, con una pavimentazione non idonea, con poca acqua spesso sporca, senza alcun arricchimento ambientale e senza possibilità di nascondersi alla vista del pubblico”.
“Ci chiediamo come sia stato possibile che per anni e nonostante le segnalazioni, la ASL e il Comune abbiano legittimato la detenzione dei caimani, palesemente incompatibile con le loro esigenze etologiche, ma anche in contrasto con L.R. 17 febbraio 2005, n. 5 che vieta, senza deroga, l’utilizzo o l’esposizione di animali a titolo di richiamo od attrazione in ambienti o luoghi pubblici”.
Ringraziamo gli agenti del Comando di Bologna del Servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato e le Guardie zoofile dell’Oipa per il lavoro svolto durante la vicenda.
Barbara Paladini