Con il pretesto dei danni procurati all’agricoltura, 50 cacciatori entreranno nel Parco di Porto Conte, in provincia di Sassari, per uccidere i cinghiali. E a breve potranno sparare anche in città.
Con il pretesto dei danni procurati all’agricoltura, da marzo prossimo una cinquantina di cacciatori potranno entrare nel Parco di Porto Conte, in provincia di Sassari, per uccidere i cinghiali.
Mentre non è noto se questo sia uno dei primi effetti dell’emendamento “caccia selvaggia”, approvato nella legge di bilancio, lo sarà certamente il piano quinquennale di controllo dei cinghiali, in elaborazione in questo periodo presso la provincia di Sassari. Ciò significa che, almeno fino al 2027, i cacciatori potranno regolarmente entrare in un’area dove la caccia è normalmente vietata, per uccidere un numero altissimo di cinghiali, colpevoli solamente di cercare sostentamento.
La nuova stagione di “caccia selvaggia” voluta dal Parlamento, è destinata a creare milioni di vittime fra gli animali selvatici. I cacciatori, sguinzagliati dalle Regioni, potranno uccidere qualsiasi specie, compresi lupi e orsi, per tutto l’anno, anche all’interno dei parchi.
Ma i rischi non riguardano solo gli animali, anche i cittadini correranno gravi pericoli, dato che la nuova norma sulla caccia consente ai cacciatori di entrare anche nelle aree urbane, oltre che nei parchi e nelle aree protette.
Con questa nuova legge, fortemente voluta dalla maggioranza di Governo, oramai nessuno è più al sicuro, animali e cittadini correranno quotidianamente il rischio di trovarsi di fronte a una doppietta carica. La LAV sta organizzando una grande mobilitazione nazionale per chiedere al Governo di ritornare sui propri passi cancellando gli effetti dell’emendamento “caccia selvaggia”.
Tutte le sedi LAV scenderanno in piazza con i loro tavoli negli ultimi due fine settimana di marzo chiedendo ai cittadini di sottoscrivere una petizione che sarà consegnata ai Ministri dell’Ambiente e dell’Agricoltura, ai Presidenti delle Regioni, ai Prefetti e ai Sindaci, per chiedere l’annullamento di “caccia selvaggia” e la messa in opera di tutte le azioni non letali e non cruente di prevenzione dei danni.
La caccia ha già ampiamente dimostrato di essere la principale responsabile dell’incremento del numero di animali selvatici sul territorio, consentirla anche nelle città e nei parchi è solo un regalo per i cacciatori che ora non avranno più limiti alla loro sanguinaria attività, comportando incredibili rischi anche per i cittadini.