Chiediamo di cancellare gli effetti dell'emendamento e di ripristinare il pieno rispetto delle norme europee e quindi la protezione dovuta agli animali selvatici.
Non si è fatta attendere la replica della Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea, alla scellerata modifica della Legge nazionale sulla caccia conseguente la conversione in legge del famigerato emendamento “caccia selvaggia”.
A un mese esatto dalla sua approvazione in Legge di Bilancio, l’ufficio europeo ha scritto al nostro Paese chiedendo puntuali chiarimenti in relazione alle possibili ricadute che la caccia estesa anche alle aree protette e alle città, potrà avere sulle specie e gli habitat protetti dalle Direttive Habitat e Uccelli.
L’emendamento caccia selvaggia ha tolto di mezzo il controllo scientifico esercitato dall’ISPRA sulle attività dei cacciatori ed è stato cancellato l’obbligo di applicare preventivamente i metodi ecologici, che non prevedono cioè alcun intervento diretto sugli animali selvatici.
Si avvia quindi un confronto con il nostro Paese che potrebbe condurre all’apertura di una procedura d’infrazione per la mancata applicazione delle norme comunitarie, con pesanti ricadute economiche su tutti i cittadini nel caso in cui l’Italia dovesse alla fine essere condannata.
L’avere assecondato le richieste del mondo venatorio più estremista, liberalizzando la caccia anche nelle aree protette e nelle città, senza alcuna valutazione scientifica preventiva, potrebbe trasformarsi in un autogoal per la maggioranza parlamentare che ha voluto aprire una stagione di “caccia selvaggia”.
Gli uffici ministeriali hanno ora quattro settimane di tempo per rispondere ai quesiti posti da Bruxelles, con la stessa celerità con cui il Governo è riuscito a far approvare il famigerato emendamento caccia selvaggia. Chiediamo quindi di cancellarne gli effetti, ripristinando il pieno rispetto delle norme europee e quindi la protezione dovuta agli animali selvatici.