Un’interrogazione parlamentare chiede di annullare la legge che oggi consente ai cacciatori di sparare anche nei parchi e in città, per tutto l’anno e contro qualsiasi specie. Non soddisfa però la risposta del Governo.
Lo scorso 7 marzo, è stata discussa alla Camera la risposta a una interrogazione presentata dall’on. Sergio Costa al Ministro dell’ambiente Pichetto Fratin, che riguarda le modifiche alla Legge sulla caccia apportate dall’emendamento “caccia selvaggia”. Nell’interrogazione viene chiesto di cancellare l’apertura delle porte delle città e dei parchi ai cacciatori per tutto l’anno e contro qualsiasi specie, a tutela degli animali, dell’ambiente e della sicurezza dei cittadini.
Nella sua risposta, il Sottosegretario all’Ambiente Claudio Barbaro prova maldestramente ad affermare che con l’introduzione dell’emendamento “caccia selvaggia” in realtà non è cambiato nulla rispetto alla precedente formulazione della Legge sulla caccia, grazie alla quale – secondo le sue parole - i cacciatori potevano già sparare in città e nei parchi contro qualsiasi specie.
Se l’affermazione del Sottosegretario fosse vera, se i cacciatori potevano già entrare in città e parchi, ci si chiede quindi per quale motivo sia stato necessario approvare il famigerato emendamento, che mette nero su bianco l’ingresso dei cacciatori in città e nei parchi, armati di tutto punto per uccidere qualsiasi specie animale per tutto l’anno.
La risposta è ovviamente che le cose non stanno così come le racconta il Sottosegretario, il quale dimentica di dire che, a causa di “caccia selvaggia”, è stato anche cancellato l’obbligo di utilizzare i metodi ecologici prima dei fucili dei cacciatori ed è stato estromesso qualsiasi controllo scientifico da parte di ISPRA.
Ma il Sottosegretario Barbaro dimentica anche di spiegare che ora, a causa dall’emendamento caccia selvaggia, è consentito uccidere la fauna selvatica non solo ai cacciatori, ma a qualsiasi persona che detiene legittimamente un’arma. A breve ci potremmo quindi trovare coinvolti in una sparatoria di guardie giurate contro i colombi in piazza del Duomo a Milano, oppure a rischio di diventare bersagli di una balestra utilizzata per andare a caccia di cornacchie nel centro di Roma.
La caccia uccide milioni di animali ogni anno, ma ora anche i cittadini sono a rischio. Sono numerosi i casi di cacciatori che si sparano tra loro scambiandosi per cinghiali, è evidente che aprire le città alle doppiette non potrà che incrementare il numero di vittime umane.
Invitiamo i cittadini a recarsi presso i tavoli della LAV che saranno allestiti in tutte le maggiori città negli ultimi due fine settimana di marzo dai volontari dell’associazione, dove potranno sottoscrivere la petizione che sarà consegnata ai Ministri dell’Ambiente e dell’Agricoltura, ai Presidenti delle Regioni, ai Prefetti e ai Sindaci, per chiedere l’annullamento di “caccia selvaggia” e la messa in opera di tutte le azioni non letali e non cruente di prevenzione dei danni a tutela degli animali selvatici e a garanzia della sicurezza dei cittadini.