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Caccia: vittorie delle Associazioni animaliste contro i calendari venatori regionali

Insieme ad altre associazioni animaliste, abbiamo ricorso al Consiglio di Stato per opporci ai calendari venatori stabiliti dalle regioni e per salvare così migliaia di animali.


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Ultimo aggiornamento

martedì 20 dicembre 2022

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La Regione Emilia-Romagna anticipa la data di chiusura della caccia a numerose specie di uccelli

La Regione Emilia-Romagna ottempera all’ordinanza del Consiglio di Stato ed anticipa la data di chiusura della caccia a numerose specie di uccelli.

Grazie alla vittoria giudiziaria in sede cautelare, ottenuta delle associazioni ambientaliste LAC, LAV, LIPU e WWF, la Giunta Regionale dell’Emilia-Romagna si adegua (con propria deliberazione odierna) all’Ordinanza n. 5027 del 21 ottobre scorso della III Sezione del Consiglio di Stato.

La conseguenza è:

  • l’anticipazione della data di chiusura della caccia al Tordo bottaccio, Tordo sassello e Cesena al 9/1/2023;
  • l’anticipazione della data di chiusura della caccia al per gli uccelli acquatici legati alle zone umide (anatidi, rallidi e limicoli), ovvero: Germano reale, Canapiglia, Fischione, Codone, Mestolone, Marzaiola, Folaga, Gallinella d’acqua, Porciglione, Beccaccino , Frullino, al 19/1/2023;
  • l’anticipazione della data di chiusura della caccia alla Beccaccia al 31 dicembre 2022.

In precedenza, a fine ottobre, la Regione aveva dovuto, sempre per effetto dell’Ordinanza dei giudici amministrativi di appello, ridurre da due ad una soltanto le giornate aggiuntive di caccia settimanali da appostamento alla fauna migratoria (nei giorni di ottobre e novembre).

Siamo soddisfatti di avere contribuito a limitare la forte pressione venatoria nel mese di gennaio, in particolar modo all’interno delle zone umide regionali, a tutela dell’avifauna acquatica sempre più minacciata da una caccia selvaggia. Le Associazioni

Esaurita la fase cautelare, la discussione in merito della causa al TAR di Bologna resta fissata al 16 marzo 2023.


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mercoledì 16 novembre 2022

Due grandi vittorie contro i calendari venatori

Abbiamo ottenuto due grandi vittorie contro i calendari venatori. Il Consiglio di Stato, infatti, ha accolto due ricorsi della LAV e altre associazioni contro i calendari venatori di Emilia Romagna e Marche.

Il massimo organo di Giustizia Amministrativa ha decretato in ambo i casi che le Regioni devono attenersi rigorosamente ai pareri scientifici espressi da ISPRA ottemperando al principio di precauzione di derivazione europea e nel pieno rispetto della tutela della biodiversità, ora assurta a principio di rango Costituzionale.

Le due decisioni hanno comportato l’annullamento delle ordinanze pronunciate dai TAR regionali, con la conseguenza che sono state cancellate decine di giornate di caccia aggiuntive agli uccelli migratori, mentre sono state anticipate le date di chiusura della caccia ai turdidi e agli uccelli acquatici.

Grazie all’intervento della LAV e delle altre associazioni è stata così salvata la vita a decine di migliaia di uccelli che sono stati letteralmente tolti al piombo delle doppiette.


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mercoledì 24 agosto 2022

Caccia: le Associazioni animaliste si appellano alle regioni

La peggiore siccità mai verificatasi, l’anno record delle temperature e la stagione più calda che si ricordi, gli incendi, eventi estremi, con la conseguente distruzione degli habitat hanno avuto gravissime conseguenze sulla biodiversità. Per questo le associazioni ENPA LAC LAV LEIDA E LNDC ANIMAL PROTECTION si appellano alle regioni chiedendo ai politici (e ai funzionari) di “aprire gli occhi”, rinunciando agli spari sugli animali selvatici a partire da quelli addirittura “anticipati” nei primissimi giorni di settembre, tra l’altro in piena stagione turistica.

“E’ un bollettino di guerra quello consumato sulla pelle della biodiversità a seguito dello stravolgimento del clima, in cui si inseriscono gli atti criminali delle fiamme dolose . Dunque, le regioni si assumano le proprie responsabilità e rinuncino alle vecchie politiche filovenatorie; chiediamo alla regione Basilicata, alla Puglia, alla Calabria, all'Abruzzo, alla Sardegna, alle Marche, all'Emilia Romagna e ad altre di cancellare dai loro calendari venatori ogni ricorso all'apertura anticipata.”

Si tratta di una pratica barbarica, duramente contestata dal mondo scientifico, dal momento che ci sono specie che hanno ancora i piccoli nella fase di dipendenza, - come ad esempio il Colombaccio - in un contesto ambientale stravolto che ha pesantemente inciso sull'attività riproduttiva –, o che ucciderebbe specie in pessimo stato di conservazione, come la Tortora.

“Chiediamo anche alle regioni che aspettano di varare un provvedimento di apertura anticipata all'ultimo minuto di rinunciare a questo vecchio trucco”. Come è noto, le delibere della fine di agosto nascono per permettere la discesa in campo dei cacciatori- magari dal primo di settembre- e per impedire i ricorsi delle associazioni ambientaliste e animaliste: espedienti noti e inaccettabili sulla pelle dei selvatici, considerati il “serbatoio” da sacrificare per attingere ad una manciata di consensi, per una rielezione a livello locale.

Bene ha fatto il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Sicilia a bocciare l'apertura anticipata degli spari. Chiederemo conto alle regioni e a tutti coloro che sono coinvolti nel sistema filo venatorio locale del danno ambientale; la strada della Corte dei Conti è doverosa, poiché il bene che viene dissipato ,quello della fauna selvatica, è patrimonio indisponibile dello Stato come dice la legge 157 del 92, e appartiene quindi a tutti i cittadini. Tanto più che l’articolo 9 della Costituzione novellato stabilisce che la tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi sono come doveri dello Stato, e quindi anche delle regioni.

Il futuro non può essere quello tracciato, incredibilmente, dalla alleanza -un vero e proprio patto-stretta tra Coldiretti e gli armieri per lo sterminio degli animali selvatici. Un sodalizio passato troppo sotto silenzio, ma che noi pubblicamente denunciamo.



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