Nel corso dell’udienza svoltasi questa mattina presso il Tribunale di Brescia, in merito ai piani provinciali di uccisione dei cinghiali disposti al di fuori della stagione di caccia, il GUP ha disposto il rinvio a giudizio di 8 indagati, tra i quali figurano alcuni ex dirigenti della struttura caccia dell’Ufficio Territoriale Regionale di Brescia e alcuni ufficiali della Polizia Provinciale.
Siamo soddisfatti per questo primo importantissimo passo verso l’accertamento delle responsabilità, a cui abbiamo contribuito come parte civile nel procedimento. Continueremo a batterci con rinnovato impegno nel corso del processo che si aprirà il 19 dicembre.
Per anni, infatti, con il pretesto di tenere sotto controllo il numero dei cinghiali, la Provincia di Brescia ha autorizzato i cacciatori a ucciderne migliaia al di fuori della stagione venatoria. Operazione che non ha raggiunto l’obiettivo prefissato, visto e considerato che i danni all’agricoltura attributi agli animali, non solo non sono diminuiti, ma nel tempo sono addirittura incrementati. Inoltre, le attività organizzate dall’amministrazione provinciale, sono state autorizzate in violazione della Legge quadro nazionale sulla caccia, “legalizzando”, di fatto, ciò che nel resto d’Italia è considerato bracconaggio. Tanto che i Carabinieri Forestali hanno svolto approfondite indagini, al termine delle quali la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di numerosi indagati, confermato oggi con la decisione del GUP.