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Botti di Capodanno: riflessioni su una pericolosa ‘tradizione’

Raddoppio dei feriti, episodi mortali. Non solo gli animali, ma tutti ne paghiamo le conseguenze.

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martedì 02 gennaio 2024

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Urgente e necessario un cambiamento culturale sostenuto dalle Istituzioni

L’esordio del 2024 ha registrato 274 feriti a causa di botti, di cui 12 per l'uso di armi da fuoco e 262 da fuochi d'artificio. Un aumento del 52% rispetto al Capodanno 2023, con 64 minorenni che hanno riportato lesioni, in confronto ai 50 dello scorso anno.

Anche l’ambiente non è esente dai danni. I fuochi d'artificio emettono nell'aria sostanze che contribuiscono all'inquinamento atmosferico da polveri sottili e al cambiamento climatico. Inoltre, i residui dei botti, come le cartucce e i petardi non esplosi, inquinano il suolo e l'acqua.

E al primo posto, ovviamente, gli animali. Terrore, reazioni letali, tentativi di fuga con conseguenti investimenti, da sempre sensibilizziamo e informiamo su come meglio prepararsi all’assurdo ‘spettacolo’ di ogni fine anno. Sia negli animali familiari che nei selvatici, le forti deflagrazioni e le luci improvvise e intermittenti innescano comportamenti tipici della loro specie per la sopravvivenza, con conseguenze anche catastrofiche. Le morti si stimano molto numerose, ma non sono censite. 

RIDURRE I DANNI

Crescono gli eventi festivi in cui ai classici spettacoli pirotecnici si affiancano i droni, in particolare all’estero. Alternativa più sicura per salute e animali e di meravigliosa bellezza, speriamo che i droni riescano a prendere il sopravvento!
Al momento, nonostante i divieti spesso dell’ultim’ora e la sensibilizzazione sui nefasti esiti di festeggiamenti ‘selvaggi’, i comportamenti che ignorano ogni norma di buon senso non si fermano. Anzi!  Per arginarne l’espansione è necessario mettere in atto un’adeguata sinergia tra cambiamento culturale e adeguamento legislativo.

IL CAMBIAMENTO URGENTE E NECESSARIO

In termini culturali, non è mai troppa l’informazione sui tragici effetti di qualche minuto di egoistico ‘divertimento’.
I botti sono in realtà un’esibizionistica competizione di muscoli pirotecnici, nella quale non si esita – in alcuni ambienti - ad usare come ‘botto’ lo sparo d’arma da fuoco, in una patetica, quanto pericolosa e a volte mortale, ennesima dimostrazione di mascolinità tossica, contro la quale è urgente fare quadrato.

In un momento storico in cui i conflitti si moltiplicano, tollerare la presenza di pistole nei festeggiamenti è una follia, e lo stesso rumore dei botti e dei fuochi d’artificio evoca altri suoni che non vogliamo sentire più.

La scuola è chiamata in prima persona contribuire a porre le basi su cui i giovanissimi possano costruire comportamenti empatici, in cui le rischiose esibizioni di forza siano contrastate. Episodi di maltrattamento di esseri viventi, come quello accaduto qualche giorno fa a Lecce, dove un cane libero, accudito dal quartiere, è stato ferito di proposito dai petardi lanciati da un gruppo di ragazzini, devono diventare off-limits.

La buona volontà degli educatori, delle famiglie e degli altri ambienti sociali può condurre a risultati concreti solo se affiancata da un efficace e rapido adeguamento da parte delle Istituzioni.

Chiediamo ai Sindaci che, invece di emanare appena prima del 31 dicembre inefficaci Ordinanze su botti, operino per l’approvazione di un apposito Regolamento, indichino seri controlli da parte della Polizia locale e predispongano efficaci campagne educative della cittadinanza, anche nella scuola.

A Parlamento e Governo chiediamo di emanare una Legge nazionale di divieto dei botti, vigente 365 giorni all’anno.

Sono richieste di buon senso, corroborate dall’annuale cronaca degli incidenti dovuti ai ‘festeggiamenti’, dalla disperazione delle famiglie per i loro componenti umani e animali vittime di 5 minuti di irresponsabile vanità, mascherata, come accade sempre, da immutabile ‘tradizione’.

C’è tempo un anno, fino al prossimo Capodanno, ma è più che necessario pensarci subito!