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Bosnia, non vogliamo la soppressione dei randagi

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Ultimo aggiornamento

domenica 06 ottobre 2013

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La Bosnia ha preso in considerazione l’idea di replicare il modello rumeno, reintroducendo la soppressione dei cani randagi dopo 14 giorni di permanenza nei canili

Eppure nel 2009 il Parlamento della Bosnia Erzegovina ha approvato un'ottima legge di protezione animale che vieta l'eutanasia e prevede campagne di sterilizzazione e vaccinazione di massa dei randagi, una legge considerata modello nei Balcani.
Ripristinare la soppressione dei randagi rappresenterebbe quindi un grave passo indietro in termini di tutela degli animali e prevenzione del randagismo e reintrodurrebbe un metodo inaccettabile e cruento che non risolve certamente il problema della presenza di cani vaganti sul territorio.
Gli studi sulla gestione dei cani randagi e delle popolazioni feline sono unanimi nel sostenere che la soppressione non è un sistema efficace per controllarne l’incremento demografico.

La soppressione è solo una “soluzione” cruenta e temporanea, una risposta a una cattiva gestione del problema che si occupa dell’effetto, ma non ne rimuove la causa.

Tali studi hanno dimostrato indiscutibilmente che i programmi di sterilizzazione e vaccinazione (TNR, Trap Neuter and Release) dei cani di strada su larga scala e il successivo rilascio sul territorio sono l’unico metodo efficace per ridurre la popolazione degli animali in strada assieme a una strategia che preveda l’identificazione con microchip, la sterilizzazione, la promozione delle adozioni e la responsabilizzazione dei cittadini.

Noi abbiamo già scritto, unisciti anche tu alla nostra richiesta di non reintrodurre la soppressione dei randagi e di implementare l’applicazione della legge vigente:

  • Ambasciata della Bosnia-Erzegovina a Roma

Nerkez Arifhodzic
Ambasciatore
ambasciata@ambih.191.it

  • Ambasciata d’Italia a Sarajevo

Ambasciatore
Ruggero Corrias
amb.sarajevo@esteri.it

Ilaria Innocenti