Il Governo italiano chiede al Parlamento bosniaco di bocciare la proposta di legge, domani in votazione a Sarajevo, che reintrodurrebbe la pena di morte per i cani randagi, cancellando una delle normative più avanzate dell’Est europeo.
E’ l’assicurazione che ci ha fornito il Ministro degli Esteri Emma Bonino, in risposta ad una nostra lettera sul caso, affermando che l’iniziativa italiana è “ispirata dalla radicata sensibilità del nostro Paese per la tutela e il benessere degli animali”. Non solo, “la Farnesina, anche attraverso la nostra Ambasciata a Sarajevo, continuerà a seguire con grande interesse la problematica e a intervenire, anche d’intesa con i nostri partners europei per sollecitare le autorità bosniache a mantenere l’attuale normativa e a garantirne l’effettiva applicazione”.
La posizione espressa dal Ministro Bonino conferma ancora una volta quanto decenni di lotte per i diritti degli animali abbiano contribuito a modificare la percezione che il cittadino ha degli animali, concorrendo a influenzare anche l’attività legislativa.
Confidiamo in un pronto intervento dell’Ambasciatore italiano in Bosnia affinché le parole del Ministro Bonino non rimangano inascoltate.
La legge approvata nel 2009 dal Parlamento della Bosnia - Erzegovina è una legge di protezione animale che tra le altre cose vieta l'eutanasia e prevede campagne di sterilizzazione e vaccinazione dei randagi, al fine di contenerne la popolazione. Tale legge è stata presa a modello anche dalla Croazia, ed è considerata nei Balcani una legge modello in termini di tutela degli animali.
La proposta di legge in discussione dal Parlamento della Bosnia - Erzegovina, invece, prende in considerazione l'idea di consentire per legge l'uccisione dei cani detenuti nei rifugi per più di 14 giorni, rappresentando un grave passo indietro in termini di tutela degli animali e prevenzione del randagismo, perché reintrodurrebbe un metodo inaccettabile e cruento e che oltretutto non risolve certamente il problema della presenza di cani vaganti sul territorio.
Leggi cosa ci ha scritto il Ministro Emma Bonino