Profonda preoccupazione per la revisione della legge bosniaca sul benessere degli animali che ripristinerebbe la soppressione per i randagi custoditi in canile, votata in prima lettura il 28 ottobre scorso, è stata espressa dagli europarlamentari Andrea Zanoni, Cristiana Muscardini, Sirpa Pietikäinen, David Martin e Jörg Leichtfried.
I firmatari della lettera indirizzata al Primo Ministro della Federazione della Bosnia Erzegovina, Nermin Nikši?, e al Ministro per gli affari esteri, Zlatko Lagumd?ija, in vista del prossimo dibattito in commissione parlamentare e della seconda lettura il 20 novembre, evidenziano come la re introduzione della soppressione provocherebbe una strage animale orribile e inutile.
“Studi sulla gestione della popolazione dei cani e gatti randagi” – scrivono gli eurodeputati – “concordano all'unanimità su come l'eutanasia non è il modo più efficace per controllare il fenomeno.” – e proseguono – “L’eutanasia è un metodo disumano e non fornisce una soluzione permanente. Gli studi hanno dimostrato, invece, che i programmi di cattura, sterilizzazione e re immissione sul territorio sono molto più efficaci (e di gran lunga più umani) dell’eutanasia per ridurre la popolazione randagia".
I firmatari dell’appello fanno presente inoltre che “le associazioni animaliste locali hanno raccolto prove dell’uso nei canili bosniaci di metodi brutali per eseguire l’”eutanasia”, ed esprimono seria preoccupazione che qualora la legge venisse modificata tali pratiche come bastonate e iniezioni di candeggina potrebbero diventare prassi.
Gli europarlamentari chiedono al Parlamento della Bosnia Erzegovina di mantenere l'attuale legislazione e di farne rispettare le disposizioni.
Grazie all sostegno dell'’On. Andrea Zanoni, e degli altri eurodeputati firmatari della lettera al Governo della Federazione della Bosnia Erzegovina, i cani della Bosnia Erzegovina hanno una speranza in più.
Ilaria Innocenti, responsabile lAV, settore Cani e Gatti