Da alcuni anni LAV si occupa di diritti dei vegan nell'ambito della ristorazione collettiva scolastica. Se gli allievi - per ora sono tutelati dalle Linee Guida per la Ristorazione Scolastica e dalla Nota Ministeriale che ribadisce il diritto all'opzione vegan, ma che la bozza delle nuove Linee di Indirizzo, da noi contestata, minaccia di condurre verso l'obbligo di certificato medico - lo stesso non accade per i docenti. Ma tutto evolve. A Bologna, dove la refezione - gestita da Ribò - prevede la scelta di questo genere di alimentazione per i bambini, un'insegnante della scuola primaria ha tentato invano per un paio d'anni di ottenere lo stesso trattamento degli alunni anche per sè. Non ottenendo risposta positiva, e ritenendo di subire una discriminazione, ha presentato un ricorso contro il MIUR (Ministero dell'Istruzione) e l'USR Emilia-Romagna (Ufficio Scolastico Regionale), con il patrocinio della FLC CGIL (categoria della scuola della CGIL) e dalla Camera del Lavoro e l'assistenza dell'Avvocato Franco Focareta. Pochi giorni fa il Giudice ha condannato il Comune di Bologna a pagare alla ricorrente anche un risarcimento: un piccolo passo avanti in tema di diritti. Abbiamo rivolto alcune domande all'insegnante.
Come ti sei decisa a fare questo ricorso?
Quando sono diventata vegana, sono stata vegetariana per molti ann , e mi sono trasferita a Bologna, ho trovato davanti a me un muro che non mi aspettavo. Ho contattato Ribò e il Comune e la Camera del Lavoro e la FLC hanno tentato la via sindacale, ma niente. Così, a ottobre, abbiamo ritenuto di fare la causa, al MIUR, che è il mio datore di lavoro, e in quanto tale deve garantire l?accesso al pasto senza discriminazioni. Il Giudice poi ha convocato il Comune, dopo il mio ricorso. E questo ha fatto sì che contestualmente apparisse il pasto vegano per me, dopo che il Comune si è accorto di non aver comunicato l'assenso che pensava di aver trasmesso già un anno fa per il mio pasto 100% vegetale all?azienda di ristorazione. Ad ogni modo, la mia richiesta ha cominciato ad essere soddisfatta dopo la convocazione del Comune da parte del Giudice, a gennaio 2020.
E poi c'è stata la sentenza del 9 aprile scorso?
Sì, che fa riferimento all'unico precedente di cui io abbia conoscenza, un pronunciamento emesso Gran Bretagna lo scorso anno a tutela dei diritti di un dipendente vegano. Quindi forse questa è la seconda del genere al mondo. Nel mio caso, la sentenza spiega come il regime alimentare vegano sia determinato da convinzioni di natura filosofica e/o religiosa che appaiono meritevoli di tutela nell'ambito di ampio riconoscimento del diritto alla libertà di pensiero riconosciuto dalla Costituzione italiana. Anche il ritardo nel riconoscimento del mio diritto è apparso imputabile perciè il Comune ha dovuto risarcirmi il danno.
Come ti senti dopo questa vittoria?
Sono molto contenta, non so che effetti avrà sulle altre colleghe o sugli altri colleghi che stanno nella stessa situazione perchè non c'à nessun automatismo per loro ma certo questa sentenza sarà un utile precedente. E nell'aria, mi auguro che ci sia la valutazione dell'inserimento del pasto vegano per gli insegnanti nel capitolato della nuova gara d'appalto per la Ristorazione collettiva pubblica, che il Comune di Bologna bandirà.
Come pasto cosa ti offre la mensa ora?
Si sono sforzati, la scuola è purtroppo ormai chiusa da un po', di creare un pasto equilibrato con proteine vegetali. Possono migliorare, ma per me va bene anche così!
Paola Segurini - Area Scelta Vegan
Per approfondimenti: www.cambiamenu.it