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Monte San Pietro (BO): presidio per chiedere giustizia per il cane Franco

Anche noi di LAV saremo presenti al presidio organizzato dal rifugio Riot Dog.

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Ultimo aggiornamento

venerdì 28 febbraio 2025

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Chiediamo Ordinanza di divieto di attività venatoria nell’area del Rifugio

Lo scorso venerdì 7 febbraio, nelle vicinanze del Rifugio Riot Dog, in provincia di Bologna, è stato barbaramente ucciso con un colpo d’arma da fuoco Franco, un cane che fino a quel momento viveva serenamente presso il Rifugio, insieme ad altri cani salvati da situazioni di maltrattamento o da anni di detenzione in canili lager.

Gravissimo quanto successo, con tutta probabilità un atto premeditato e intimidatorio, che ancora una volta dimostra la pericolosità sociale dell’attività venatoria e di chi la pratica.

Nella denuncia presentata a poche ore dall’uccisione di Franco, noi di LAV abbiamo chiesto alla Procura di svolgere indagini anatomopatologiche sul corpo del cane, di effettuare analisi balistiche per accertare l’esatta dinamica dello sparo e risalire con certezza all’arma utilizzata, di visionare le telecamere dell’area, di fare indagini sul GPS applicato alla pettorina dell’altro cane che era in compagnia di Franco.

La LAV di Bologna parteciperà al presidio organizzato da Riot Dog per chiedere giustizia per Franco e indagini accurate per individuare l’autore di un gesto così spregevole.

Non è accettabile che una persona esca per una passeggiata con il suo cane e lo debba riportare a casa morto, per un colpo d’arma da fuoco. Il responsabile di questo crimine deve essere assicurato alla giustizia: non è ammissibile lasciare spazio di manovra a chi, armato, si muove senza controllo e a stagione venatoria conclusa.

Chiediamo al Sindaco, Monica Cinti, di emettere un’Ordinanza di divieto di attività venatoria nell’area del Rifugio e nei percorsi di accesso, al fine di tutelare l’incolumità pubblica delle persone e degli animali che frequentano il territorio.Annalisa Amadori – Responsabile Sede LAV di Bologna 

L’appuntamento per il presidio è alle ore 11.00 di sabato 1° marzo in Piazza della Pace 2, di fronte al Comune di Monte San Pietro.



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giovedì 20 febbraio 2025

Bologna: cane Franco ucciso con arma fuoco, atto premeditato e intimidatorio?

Dieci giorni fa, a Monte San Pietro, nel Bolognese, in pieno giorno, nelle vicinanze del rifugio Riot Dog, dove Franco viveva e dove trovano ospitalità e serenità cani salvati da LAV e che arrivano da situazioni di maltrattamento o da anni di detenzione in canili lager, il meticcio simil Griffone era in passeggiata con il suo proprietario e un altro cane, quando è stato ucciso con un proiettile, e poi il suo corpo è stato occultato.
Subito dopo la morte di Franco è stato apposto sul luogo del ritrovamento un grande striscione in sua memoria con scritto “qui è stato ucciso Franco”. Dopo poche ore sono apparse le scritte “hanno fatto bene. Meno cani in giro”. 

Non possono più negarlo: l’uccisione di Franco sembrerebbe essere stato un atto premeditato e intimidatorio perché i cani liberi che passeggiano in natura insieme ai loro proprietari disturbano gli animali selvatici e non permettono ai cacciatori di muoversi liberamente per uccidere le loro prede. Quindi avrebbero scelto di punire chi ostacola il loro hobby sanguinario.  Annarita D’Errico, responsabile sportelli contro i maltrattamenti LAV.

E’ chiaro come queste due semplici frasi ci mettano di fronte ad una atroce verità, a cui abbiamo pensato fin dal principio e di cui adesso c’è stata una sorta di ammissione: i cacciatori non vogliono essere disturbati e lo hanno fatto capire molto chiaramente.

La domanda che poniamo alle autorità è: davvero vogliamo lasciare spazio di manovra a chi, armato, si muove senza controllo e a stagione venatoria conclusa?

Nella denuncia presentata a poche ore dall’uccisione di Franco, noi di LAV abbiamo chiesto alla Procura di svolgere indagini anatomopatologhe sul corpo di Franco che al momento si trova ancora presso l’Istituto Zooprofilattico di Bologna e di effettuare analisi balistiche per accertare l’esatta dinamica e valutare le distanze di sparo e la ricostruzione della traiettoria del proiettile, oltre a risalire con certezza all’arma con cui è stato effettuato lo sparo

Abbiamo anche chiesto che venissero visionate le telecamere dell’area e che venissero fatte indagini sul GPS applicato alla pettorina dell’altro cane che era in compagnia di Franco e che, per miracolo, è stato risparmiato dal suo aguzzino, così da individuare con esattezza ora e luogo della sua uccisione. Non possiamo pensare di uscire a fare una passeggiata con i cani, con la nostra famiglia, con i nostri figli e non riportare a casa uno di loro perché ucciso da un proiettile.

Franco e la sua famiglia meritano verità e giustizia!


A fine novembre la Camera dei Deputati ha approvato a maggioranza in prima lettura la proposta di legge “Modifiche al Codice penale, al Codice di procedura penale e altre disposizioni per l'integrazione e l'armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali”, ma il testo presenta delle criticità, prima fra tutte un aumento delle pene così lieve da continuare a permettere di evitare i processi e la certificazione dell'uso della catena come strumento di coercizione contro i cani.

La Commissione Giustizia del Senato deve inserire questo tema nel suo ordine del giorno e approvare la nuova Legge con le modifiche necessarie.



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lunedì 10 febbraio 2025

Franco: ucciso da un colpo di arma da fuoco

Era in passeggiata con la sua famiglia, il suo compagno umano e un altro cane femmina, quando Franco, un meticcio simil Griffone, è stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco che l’ha centrato sul torace.

Chi ha sparato ha poi trascinato il suo corpo dietro i cespugli per occultarlo e, dopo aver tolto all’altro cane il dispositivo GPS che indossava, si è allontanato.

Franco è stato poi trovato privo di vita, al termine di una scia di sangue, dal suo compagno umano che ha subito sporto denuncia per uccisione di animale.

Il gravissimo fatto è accaduto a Montepastore, in pieno giorno, nelle vicinanze del rifugio Riot Dog, dove Franco viveva e dove trovano ospitalità e serenità cani che arrivano da situazioni di maltrattamento o da anni di detenzione in canili lager.

Nonostante la zona di Montepastore sia interessata da aziende faunistiche venatorie, la stagione venatoria è stata chiusa il 30 gennaio. Inoltre, in Emilia-Romagna il venerdì è una giornata interdetta alla caccia anche a stagione aperta, non ci sono quindi “giustificazioni” come  incidente di caccia. Ci chiediamo allora: chi girava armato e libero di uccidere a fucilate un cane che stava passeggiando? Ancora una volta è sotto gli occhi di tutti la pericolosità sociale dell’attività venatoria e di chi la pratica, sono migliaia le vittime collaterali, umane e animali. Non è accettabile che una persona esca per una passeggiata con il suo cane e lo debba riportare a casa morto per un colpo d’arma da fuoco.Annarita D’Errico, responsabile nazionale degli Sportelli LAV

Lo Sportello LAV contro i maltrattamenti sugli animali di Bologna, attivo già dallo scorso anno, si unirà alla denuncia già depositata per chiedere che venga avviata subito un’indagine acquisendo tutti gli elementi utili a individuare il responsabile.

Quanto accaduto è un fatto molto grave, non è trascurabile solo perché la vittima è un animale. Per questo chiediamo collaborazione e invitiamo chi avesse informazioni a contattarci. È necessario lavorare a tutti i livelli affinché situazioni del genere non si verifichino più.



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