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Decreto Semplificazione: bocciati emendamenti leghisti pro caccia!

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Ultimo aggiornamento

domenica 20 gennaio 2019

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Aggiornamento lunedì 21 gennnaio

Questa mattina la Lega ha ritirato gli emendamenti sparatutto, fatti successivamente propri da Forza Italia e definitivamente bocciati in Commissione. Si conclude così la vicenda della tentata deregulation venatoria da parte della Lega, che avrebbe demolito alcuni principi base della legge nazionale sulla caccia, con riflessi anche sulle norme europee che avrebbero comportato la riapertura di una procedura di infrazione.
Gli animali selvatici non possono diventare oggetto di contrattazione politica! Ringraziamo tutti i cittadini che hanno sostenuto questa nostra battaglia in loro difesa.

Aggiornamento giovedì 17 gennaio

Ieri pomeriggio, grazie anche alla nostra mobilitazione, nella seduta congiunta delle commissioni I e VIII del Senato, sono stati dichiarati improponibili due dei cinque emendamenti filovenatori, quelli che volevano imporre la caccia in deroga con leggi regionali e la sostituzione dei pareri ISPRA con quelli emessi da organismi controllati dalle Regioni. Oggi pomeriggio alle 16 le Commissioni si riuniscono nuovamente, abbiamo quindi scritto ai Senatori del Movimento 5 Stelle chiedendo di bocciare i tre emendamenti superstiti.

Insieme alle associazioni Enpa, Lac, Lipu e Wwf Italia ci opponiamo agli emendamenti presentati da alcuni senatori leghisti al Decreto sulla Semplificazione per le imprese, in discussione in questi giorni al Senato della Repubblica.

Uno stravolgimento della legge nazionale 157/1992 sulla tutela degli animali selvatici e la riapertura di contenziosi europei: a questo porterebbero gli emendamenti al Decreto Semplificazioni. Chiediamo di bocciarli subito come inammissibili!

Gli emendamenti, infatti, permetterebbero di autorizzare con legge regionale la caccia in deroga a specie non cacciabili e la cattura degli uccelli a fini di richiamo vivo. I pareri sui calendari venatori passerebbero dall’Ispra, l’autorità scientifica nazionale, agli osservatori regionali, con la conseguenza formale che le regioni si darebbero il via libera da sole e la conseguenza sostanziale di calendari venatori più permissivi e stagioni di caccia più lunghe. Verrebbe raggirata la norma nazionale di annotazione immediata degli animali uccisi. La caccia di controllo verrebbe affidata ai cacciatori, riattivando un circolo vizioso che va invece definitivamente spezzato. Sarebbero ripristinate le vecchie riserve di caccia a scopo di lucro, a differenza delle attuali aziende faunistico-venatorie, in cui oggi non si può guadagnare uccidendo uccelli migratori.

Vere e proprie concessioni al mondo venatorio, un’azione clamorosamente irresponsabile alla quale è necessario che il Governo e lo stesso Parlamento rispondano con fermezza e rapidità, ciascuno per proprio conto, a cominciare dalla dichiarazione della loro chiara e completa inammissibilità.