Il suolo è una risorsa davvero preziosa, non solo perché rappresenta una fonte di sostentamento, ma anche perché assorbe CO2, contribuendo a contrastare il surriscaldamento globale. Tuttavia viene costantemente messo in pericolo o consumato.
Il suolo è una risorsa davvero preziosa, non solo perché rappresenta una fonte imprescindibile di sostentamento, ma anche perché assorbe CO2, contribuendo a contrastare il surriscaldamento globale. Tuttavia, nonostante sia un ecosistema essenziale e complesso, viene costantemente messo in pericolo o consumato.
Nello scorso anno, il consumo di suolo ha registrato il valore più alto degli ultimi 10 anni, con una media di 19 ettari al giorno di nuove coperture artificiali.
In Italia, il cemento ricopre ormai 21.500 km quadrati di suolo, di cui 5.400 km quadrati occupati da edifici, troppo spesso inutilizzati o degradati.
Per quanto riguarda i poli logistici, il consumo di suolo legato alla loro costruzione è cresciuto, nel 2021, di 323 ettari, rilevati anche in aree a elevata pericolosità idrogeologica.
Quali sono, dunque, le cause di questo consumo sfrenato? Il motivo principale è dato dall’espansione urbana, le cui conseguenze sono l’aumento degli allagamenti e delle ondate di calore, la diminuzione di aree verdi, il danneggiamento delle biodiversità e dei servizi ecosistemici. A ciò si aggiunge il danno economico, stimato a circa 8 miliardi di euro l’anno.
Alla luce di ciò, è necessario invertire la rotta, favorendo il recupero e la ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente, delle aree industriali dismesse, la messa in sicurezza del territorio, l’efficientamento energetico degli immobili, la valorizzazione di parchi e aree agricole, nonché la promozione di modelli economici virtuosi come la bioeconomia circolare sviluppata da aziende come Novamont per la rigenerazione territoriale.