Chi agisce violenza si sente invincibile e impunito e tutto questo è inaccettabile.
Hanno voluto mettere una pezza a qualcosa che non è rimediabile. Tutto il processo è stato lacunoso, con infinite lungaggini che hanno avuto un peso enorme sull'esito: la prescrizione per i reati di maltrattamento a danno degli animali mi fa rabbia, perché non porta giustizia, e le immagini di quanto accaduto quel giorno di quasi 10 anni fa invece parlano chiaro. Ci sono state 3 condanne con pene irrisorie, ma hanno un elevato valore simbolico: significa che quel giorno ci sono state delle aggressioni e che sono stati riconosciuti dei colpevoli. Certamente ci aspettavamo di più.
I fatti risalgono al 2016, quando a Biancavilla, in provincia di Catania, durante una fiera abusiva del “bestiame” che, come ogni anno, si svolgeva impunita in mezzo al paese, una volontaria della Sede locale di Catania, Angelica Petrina insieme all'avvocata Pilar Castiglia, di passaggio e accorsa in suo soccorso, sono state accerchiate e colpite da calci e pugni e rapinate di borsa e cellulare. Ad essere colpito anche il maresciallo dei carabinieri Guido Costigliola intervenuto con un collega in difesa delle due donne, in assenza dei vigili urbani.
Maltrattamento di animali, aggressione e rapina ai danni delle due donne, oltre a minacce nei confronti della responsabile della sede LAV locale. Questi i capi di imputazione a seguito di quella giornata del 2016 a carico dei 17 imputati, per alcuni dei quali la Procura aveva già richiesto pene elevate che hanno portato all'apertura di un procedimento penale e che ieri, dopo un rinvio a giudizio nel lontano 2018, finalmente si è concluso ma con troppe poche condanne.
Ad oggi, sono infatti solo tre i rapinatori condannati a pena detentiva dal Tribunale penale di Catania per le condotte perpetrate sia in danno dell'attivista LAV che dell'avvocato Castiglia, oltre che con il risarcimento del danno per entrambe le vittime.
Troppi sono, invece, i capi di imputazione caduti in prescrizione lasciando nella più totale amarezza e frustrazione chi ha subito quelle odiose condotte. Tra i reati prescritti vi è la resistenza a pubblico ufficiale, le lesioni nei confronti delle due donne e le minacce, oltre al maltrattamento di animali.
L'unico risultato totalmente positivo di questa storia è che a seguito delle aggressioni ci fu un'ordinanza del Sindaco che ha vietato il ripetersi di una fiera illegale che vendeva animali come se fossero oggetti di cui disfarsi. Le lungaggini di un processo durato troppo tempo hanno purtroppo impedito alla giustizia di fare il suo corso, garantendo quello in cui tutti speravamo. Condanne esemplari erano doverose non solo nei confronti delle vittime, ma anche come monito per il futuro rispetto a potenziali nuovi reati che sono riflesso di un malcostume e di un atteggiamento di prevaricazione e impunità purtroppo ancora troppo diffuso e che riguarda tutti: persone e animali.
Tra le decine di animali presenti alla fiera – capre, suini e asini, traslocati altrove al momento dell'arrivo dei controlli sul posto - le autorità avevano potuto accertare, in particolare, le gravi condizioni di detenzione di tredici suinetti, rinvenuti stipati all'interno di un'autovettura non idonea al trasporto, e dunque sottoposti a comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche etologiche e produttive di gravi sofferenze.
Un atto di violenza inaudito, dove a farne le spese sono state due private cittadine, tra cui la responsabile di LAV Catania Angelica Petrina, colpevoli solo di essere intervenute a vario titolo in quella che doveva continuare ad essere, secondo i partecipanti, una indisturbata fiera abusiva di animali sotto gli occhi di tutti. Una storia in cui animali e umani vengono maltrattati dagli stessi individui, a dimostrazione di quanto ripetiamo da sempre: chi agisce con violenza nei confronti degli animali di solito non ha remore a perpetrarla anche nei confronti degli umani, perché si sente invincibile e impunito.