Pur offrendo un livello di protezione tra i più elevati al mondo, la normativa europea sulla tutela degli animali allevati ha bisogno di modifiche sostanziali.
La Commissione Europea ha eseguito un controllo sull’adeguatezza delle norme vigenti a tutela degli animali allevati, per valutarne l'efficacia e la pertinenza alla luce degli sviluppi delle conoscenze scientifiche, nonché degli obiettivi di sostenibilità del Green Deal europeo. E di ieri è la relazione della Commissione che, nell’esaminare punti deboli e punti di forza della normativa, ha reso noti i risultati della sua attività di fitness check iniziata più di un anno fa, che ha riguardato sette principali atti legislativi ed analizzato un'ampia ricerca documentale.
Nella relazione pubblicata il 5 ottobre 2022, la Commissione si è espressa con una valutazione di insufficienza, viste le diverse lacune, l’assenza di requisiti per alcune specie e la carenza della sua applicazione nei Paesi Membri. La Commissione è stata chiara nel ritenere che “nell'UE esiste ancora un livello non ottimale di benessere degli animali. In particolare, questo è il caso degli animali per i quali attualmente manca una normativa mirata, come le vacche da latte e il pesce d'allevamento” ed ha evidenziato aspetti critici anche alla normativa vigente che “consente comunque di tenere galline ovaiole, scrofe e vitelli in sistemi di stabulazione confinati che ne limitano notevolmente i movimenti e ne ostacolano il benessere”.
L’attuale legislazione sulla tutela degli animali allevati è insufficiente anche perché vaga e anacronistica, visto che alcuni provvedimenti risalgono a più di due decadi fa. La legislazione deve essere aggiornata per tenere conto sia dei passi avanti della conoscenza scientifica e delle aspettative dei cittadini, sempre più consapevoli di cosa si cela dietro la produzione zootecnica. Espressione inequivocabile dell’interesse dei cittadini europei è la richiesta di porre fine all’era delle gabbie attraverso l’iniziativa #EndTheCageAge, che è stata la prima iniziativa europea sulla detenzione degli animali e la più sostenuta in termini di firme e associazioni in coalizione. Inoltre, la Commissione conferma che è necessario rivedere la normativa vigente anche alla luce della Strategia Farm to Fork, che si pone l’obiettivo di rendere il sistema agroalimentare europeo più sostenibile.
La relazione della Commissione è molto importante proprio in vista della revisione globale della legislazione sul benessere degli animali, che dovrà essere presentata entro il 2023. Nella valutazione degli impatti economici, sociali e ambientali dei cambiamenti normativi, è fondamentale che la Commissione tenga conto dei devastanti impatti che l’industria degli allevamenti già determina e agisca di conseguenza.
Come fatto fino ad ora, prendendo parte attiva alla campagna #NoAnimalLeftBehind e lavorando con la coalizione europea Eurogroup for Animals, continueremo a dare il nostro contributo per assicurare che vengano fatti questi passi fondamentali nella giusta direzione, in linea al riconoscimento di animali come esseri senzienti nell’art 13 del TFUE, e continueremo a lavorare per un mondo senza più sfruttamento di animali per la produzione di cibo.
FOTO NEL TESTO DI AP