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Batterio listeria: i rischi sanitari di un sistema alimentare che sfrutta gli animali

Il batterio è una prevedibile conseguenza delle condizioni in cui sono allevati gli animali che finiscono nei piatti dei consumatori.

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Ultimo aggiornamento

venerdì 21 ottobre 2022

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Batterio Listeria: nuova allerta in Italia e riguarda il gorgonzola

Non solo nella carne, il batterio che ha mietuto già diverse vittime è presente anche nei latticini. Dopo wurstel, tramezzini al salmone e pancake, scatta in Italia una nuova allerta listeria e riguarda il gorgonzola.

Un’altra patologia che si aggiunge alle reti di sorveglianza sulla sicurezza alimentare, con obbligo di denuncia. Tali reti sono volte a individuare focolai di infezione e a determinarne la causa, e permettono di agire sia ritirando i prodotti dal mercato, che adottando misure nei confronti degli impianti di produzione e informando la popolazione a rischio. Ancora una volta la patologia diventa il nemico da combattere e non da prevenire.

I casi in cui non si riesce a garantire sicurezza alimentare in prodotti di derivazione animale sono sempre più numerosi. Aumentare, dunque, il consumo di cibi a base vegetale, in ottica di transizione alimentare è l’unica prevenzione effettiva possibile.

Gli allevamenti sono luoghi di sofferenza estrema, e proprio per questo di insalubrità, e determinano, come dimostrano le recenti esperienze, problemi sanitari che possono avere una portata enorme. Gli animali allevati sono sempre più malati e i prodotti derivati dal loro sfruttamento sempre meno sicuri.

E questo lo dimostra la recente analisi della FVE sui controlli di sanità in allevamento, ma anche quanto detto da Umberto Agrimi, direttore del dipartimento Sicurezza, Nutrizione e Sanità Pubblica Veterinaria dell'Istituto Superiore di sanità:

Le segnalazioni di questi giorni, che arrivino da gorgonzola o pan cake, sono ascrivibili a casi di contaminazione che, ogni anno, vengono registrati nelle ordinarie attività di controllo e sorveglianza. Umbero Agrimi , Istituto Superiore di Sanità

Benché l’intento di Umberto Agrimi fosse tutt’altro, ciò che emerge dalle sue parole è lampante: il rischio di contaminazione da tali alimenti è insito nel consumo degli alimenti stessi e, quindi, ordinario.

La preoccupazione ora è concentrata nell’effetto negativo che potrebbe avere il comparto lattiero caseario, ricco di “eccellenze made in Italy” (questo link per approfondire), ma non sull’estrema necessità di rivedere tutto il sistema di produzione alimentare. Infezioni da consumo di prodotti di derivazione animale, anche se eccellenze, restano costi per cui nessuno si assume responsabilità e che, quindi, paghiamo tutti.

Controlli insufficienti negli allevamenti UE

Gli animali devono essere visitati regolarmente da un veterinario, ma in tutta Europa tali visite disattendono le aspettative e restano inadeguate.

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mercoledì 28 settembre 2022

Batterio listeria nei wurstel di pollo e tacchino

I casi di contagio da parte del batterio listeria, rinvenuto nei wurstel di pollo e tacchino, non sono un caso isolato e neanche un evento eccezionale, quanto, piuttosto, una prevedibile conseguenza delle condizioni in cui sono allevati gli animali che finiscono nei piatti dei consumatori.

Gli animali, stipati in strutture sovraffollate, spesso condivise con animali morti da giorni, vivono in condizioni di malessere e stress psicofisico costante. Il terreno ideale per la diffusione di agenti patogeni che, attraverso il cibo, possono arrivare fino all’uomo, con conseguenze anche molto gravi.

Le scarse condizioni igieniche e la promiscuità cui sono costretti gli animali negli allevamenti rappresentano una grande minaccia alla sicurezza alimentare e alla salute pubblica, tutto con l’unico fine di produrre sempre più animali a costi sempre più bassi.

Preoccuparsi delle linee guida di igiene nella manipolazione e nella cottura degli alimenti, piuttosto che intervenire a monte del problema, che vede gli allevamenti come bombe a orologeria, è una prassi già vista in questi due anni di pandemia e non è la soluzione.

Il costo nascosto della carne è enorme, oltre che per motivi etici di numeri enormi di animali uccisi ogni anno, in ogni istante, anche in termini di impatto ambientale e sanitario, come mostra la ricerca LAV #CARISSIMACARNE. Ed è tra le esternalità della produzione e del consumo di carne che vanno conteggiati proprio quei ricoveri e quelle morti dovute ad infezioni di origine zoonotica, sempre più frequenti.

È necessario comprendere che non si tratta solo di “lotti incriminati”, ma di animali sempre più malati. E questo sposta l’asticella della probabilità: le infezioni da consumo di carne e altri prodotti di origine animale non sono un’eccezione, ma sono costi per cui nessuno si assume responsabilità e che, quindi, paghiamo tutti.


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